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1. Racconto Concorso "Il Bene e Il Male"

Da Angivisal84
Codice Giallodi Andrea Ceccarelli
Racconto Concorso Bene Male
Guardo perplesso dalla mia finestra il caos prodotto dall’uomo. Mi chiedo come sia stato possibile arrivare a questo punto, non riesco a comprendere le circostanze che hanno poi prodotto quest’orribile risultato. Cerco di respirare nel mio Aierl, è uno dei primi modelli ed è particolarmente ingombrante, tenendolo saldo alla bocca inspiro quanto più possibile ed emetto un lieve sospiro che si mischia con l’aria gelida. Il tempo non è dei migliori oggi, il freddo è pungente e le nuvole si fanno sempre più corvine. Sono ancora tutti rinchiusi nelle baracche, le mura sono salde ed i turni sono già stati assegnati. Alzo lo sguardo verso la torre nera, l’enorme orologio, illuminato da quel che resta dei generatori dell’edificio segna perpetuamente le ore 17:30. Mi chiedo a cosa servisse un tempo, non credo solo a segnare l’ora, poiché una parte di esso è attaccato ad un altro grande edificio semidistrutto che si estende in orizzontale. Le tempeste di sabbia giallastra imperversano ancora, da questa distanza riesco ad intravedere il ponte, sotto il quale sprofonda il gran burrone. Da poco ho saputo che un tempo lì scorreva un fiume, colmo di pesci e quasi mai in secca. Almeno così era, prima di ciò che accadde poi… Mi hanno dato una stanza in una delle “baracche migliori" di King’s Cross. Devo essere fortunato oppure ritengono che un trattamento migliore mi renda più disponibile? Troppi cambiamenti da quando ero nel Vernon, i miei amici se ne sono andati, alcuni non erano neppure esistiti. La realtà che mi circondava era solo effimera illusione, ancora non riesco a capacitarmi del fatto che tutti quei ricordi non erano altro che sogni su sogni, Cabal dice che devo essere paziente, Cabal dice che devo stare tranquillo e che a breve mi spiegheranno ogni cosa. Sono solo qui da quattro giorni e gia mi hanno raccontato la vera storia dell’umanità. Tuttavia ancora non mi hanno dato una ragione valida del mio risveglio. In cosa posso essere utile? Nel Vernon avevo tutto, amici, poteri, abilità. Qui l’aria è stantia, non riesco a saltare se non per più di un metro. Mi sento debole e la dimensione reale reclama il mio peso. Non percepisco il crepuscolo, non concepisco il concetto di fame e sete. Il risveglio dalla rete è forse uno dei dolori peggiori che possono capitarti… Questa è la prima cosa che ho imparato. Chiudo la finestra e mi distendo sul letto, sono molto stanco ed ho bisogno di riposare, ma come si può rilassarsi sapendo dell’esistenza di questa strana malattia che può prenderti quando meno te lo aspetti, chiamata… morte. Continuo a pensare a cosa possa esserci dopo questa fantomatica “Morte”. Qui a King ‘s Cross nessuno vuole parlarne, appena faccio una domanda simile, chiunque cambia argomento, anche il più eccelso degli storici o il miglior scienziato. Cabal dice che non devo fare queste domande, ogni cosa mi sarà spiegata a tempo debito. A dire il vero sono stufo di aspettare, è troppo tempo che attendo delle risposte. La mia testa è avvolta da un turbine di pensieri continuo. Troppe cose sono avvenute in questi pochi giorni, cosa devo fare? Perché sono stato l’unico, dopo ben quattrocento anni ad esser stato disconnesso dalla rete? Devo aspettare, non ho altro da fare del resto. Uscire? L’aria oggi è troppo tossica ed a malapena si riesce a respirare con gli Aierl. Il giorno e la notte sono così confusi e non riesco a distinguere le ore. Le mie riflessioni sono interrotte da un forte dolore alla schiena, devo riposare, è da giorni che non mi faccio una sana dormita. Dannazione… impreco tra me e me, domani Cabal mi richiamerà per una riunione. Mi ha promesso delle risposte e la mia ansia cresce di minuto in minuto. Estraggo dai pantaloni l’unica cosa reale che mi è rimasta dal Vernon, la mia vecchia pipa, l’unica cosa che riesce a distendere i miei nervi e che placare i miei pensieri. Ho una gran voglia di fumare, il tabacco che mi danno qui non è eccellente, anzi, a dire il vero fa schifo, ma è pur sempre tabacco… Ne metto un po’ nella pipa e con un vecchissimo nettapipe in argento comincio a pressare, cerco un fiammifero che fa ardere il mio tabacco. Il fumo s’impregna nelle tende malandate della mia stanza assai spartana. Faccio lunghi e grandi respiri e lentamente mi rilasso, distolgo la mente da ogni ricordo, pensiero o sogno. Ripeto dentro di me che l’amara realtà e quella che mi circonda. Questo è il vero mondo. La frase ripetuta più e più volte acquisisce una diversa sonorità, un motivetto che ho voglia di fischiettare, ma mi trattengo dato che qui riprodurre qualsiasi suono è vietato, non ne conosco la vera ragione, ma non devi, altrimenti vieni esiliato nell’inferno, di là delle mura di King’s Cross. Non ho idea cosa possa esserci nell’inferno, altra devastazione suppongo. Magari altre città, oppure quella strana malattia di cui tutti parlano…? Tra tutti i ricordi il più vivido è il primo giorno del mio risveglio, il mio primo passo nel mondo reale ed ancora mi chiedo cosa significasse quel cartello con tre colori. Nessuno me lo ha voluto spiegare. Certe cose debbono restare segrete, sommerse nella sabbia. Oppure lo scoprirò? Codice verde: Vivaldi. Codice giallo: Beethoven e codice rosso: Mozart. Tre nomi che nessun storico di King’s Cross ha voluto spiegare: tutti sembravano intimoriti. Mi alzo, spengo la pipa e la ripongo in tasca. Voglio fare un giro per King’s Cross, tra le case. Sono tutte collegate tra loro con corridoi ricoperti di metallo di svariato colore. Alcuni di questi hanno targhe con nomi strani, ma cancellati da bombolette spray. Altri invece hanno loghi o simboli di passate culture. Così mi ha detto lo storico Gilbert che lavora con Cabal, parlando di un culto strano di nome "starbecks” o roba del genere. Avevano trovato delle tavole chiamate "menu" di cui cercavano di comprendere il significato. Appena alzato dal letto mi dirigo verso la porta e dalla fessura dell’uscio scruto a destra ed a sinistra per vedere se vi è qualche pretore. Sicuramente se mi vedessero infrangere il coprifuoco Cabal si arrabbierebbe e non si fiderebbe più di me. Non posso perdere la sua fiducia è vero, tuttavia questo è un mondo nuovo che voglio scoprire. Esco nel corridoio, poche lampadine sul soffitto, alcune funzionano ancora, altre invece tendono ad accendersi e spegnersi in continuazione. Le finestre del corridoio mostrano lo stesso paesaggio, deserto, arido. Vado avanti cercando di placare la mia mente dagli ultimi eventi, finché da una finestra, fuori nel centro della piazza di King’s Cross, noto una strana luce gialla che lampeggia all’impazzata, mentre una sinfonia di soave bellezza comincia ad ammaliare le mie piccole orecchie, note lente che aumentano con la riproduzione di strumento in strumento. Mai ho sentito una così emozionante sinfonia… Ma non sembra che sia la stessa che provano coloro che abitano qui. Mi avvicino alla finestra e vedo che tutti i pretori in preda al panico con gli Aierl di ultimo modello si mettono in riga nella piazza, sono tutti armati, fucili, spade e lanciafiamme. Che diavolo…? Penso guardando l’evento. Sembrano coordinati con la musica, quest’ultima continua a suonare, la luce gialla continua a lampeggiare all’impazzata. -Codice giallo! Beethoven con inno alla gioia! Muoversi truppe!- Sento urlare l’alto Pretore preoccupato. E proprio sul ritornello del coro sento le mura che cominciano a tremare, i pretori e tentano di resistere alla porta, imprecando tra di loro e non sentendosi poiché bloccati da quella soave sinfonia che sembra chiamarsi “ inno alla gioia”. -Resistete dannazione!- Impreca un pretore. Sono preoccupato, vedo l’enorme porta che continua a ricevere forti percosse, ma da cosa? Chi o cosa produce quella soave sinfonia assieme a dei ringhi di odio e disperazione?. Finché la porta viene distrutta ed i pretori vengono scaraventati a terra, un gran polverone viene sollevato in aria e delle strane figure le mie fosche pupille intravedono. Rimango sgomento a tale visione. Mai, neppure nel Vernon avevo visto creature simili, non umani, non Drag…No, sono qualcosa di differente e sono più feroci. -Alle armi!- Urla il pretore cercando di non darsi per vinto.Gli altri riescono ad alzarsi, caricano con furia le abnormi creature. L’inno alla gioia si è fatto più intenso ed il sangue scorre a fiumi sulla piazza di King’s Cross. Rimango inorridito, quei volti sfatti, quegli arti mancanti. Tutto ciò è…è, nuovo ed orribile, devo scappare, devo andarmene da qui. Mentre corro per il corridoio la sinfonia penetra la mia mente e la mia testa mi riproduce il bagno di sangue, sento le urla dalla piazza, gli incitamenti. I ringhi. Non è possibile. Dico mentre corro. È tutta un’illusione. Non può essere vero. Il cuore mi batte all’impazzata e non so dove andare, i corridoi si diramano in ogni dove e la musica in continuo aumento mi confonde. -Joshua!- Qualcuno dietro di me mi ha chiamato. Mi volto e lo vedo, è Cabal. Anche lui ha l’armatura, lo vedo sporco di sangue, come me è ansioso, gli vado in contro e cerco di urlargli chiedendogli cosa sta accadendo. -Non c’è tempo adesso, va nei sotterranei, qui ne avremo per molto!- Dice mandandomi via. Desisto all’offerta, voglio dare una mano anch’io. Cabal mi fa cenno di andare. Crede che non abbia mai affrontato pericoli simili, ma la realtà è un'altra. I Drag li ho affrontati ed erano ben peggiori di questi esseri. -Va e basta Jo!- Esclama nuovamente. Faccio una smorfia e lo guardo dritto negli occhi. Di scatto pero veniamo interrotti, una parte del corridoio esplode e dalla polvere si mostrano a noi ancora quegli esseri, li vedo, mi osservano, mi vogliono. -vattene cazzo!- Urla nuovamente. Non vorrei lasciarlo da solo ma devo, me l’ha ordinato e non posso venire meno ad un ordine di Cabal. La musica si fa più intensa, non ho il coraggio di guardarmi le spalle,non sento più la voce di Cabal, non c'è più, è scomparso, le urla hanno soffocato il suo respiro,con le lacrime agli occhi mi ripeto che devo solo andare avanti, correre fin ad arrivare alla porta dei sotterranei. Non è difficile arrivarci, la vedo, è a pochi metri di distanza. Sento le urla dietro di me, stanno per prendermi, cela devo fare. Non posso permettermi di fermarmi adesso, devo… D’impatto tutto diventa buio. La testa mi fa male, vedo sfocato, sta diventando quasi buio, come al crepuscolo… Sono arrivati a me, la sinfonia va diminuendo, ne vedo uno che mi fissa, anche se privo di occhi lo vedo, la sua bocca distrutta, il corpo sfatto e pieno di ferite, l’arto rotto e decadente. Chiudo gli occhi, li apro nuovamente ed un altro vi si è aggiunto accanto a lui. Sono arrivati a me, sono uno…due…e vanno ad aumentare, tra urla, musica e ringhi il tutto si miscela rendendomi confuso, sinché non chiudo gli occhi, spossato, impaurito ed infreddolito. Con gli ultimi sforzi cerco di osservare cosa mi accade, la sinfonia cerca di cullarmi, sento il dolore che inizia a divorarmi lentamente, così acuto secondo per secondo.Un dolore che nel Vernon mai avevo compreso, l'opposto della bellezza, dei sorrisi, d'un candido abbraccio.Per poi giungere al buio eterno, senza udire alcun suono, in solitudine. Ed è proprio in questo momento, che prima di tornare nel sonno della rete mi pongo quella nefasta domanda a cui nessuno ebbe il coraggio di rispondermi. è questo il male?...è questa la morte?

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