Visto che a questo giro sono arrivato in Isaan per un motivo serio, forse poteva essere la volta buona per scrivere un post con lo stesso tono, con descrizione di riti e cerimoniali buddisti. Ma non sarebbe piaciuto al papà di Plàa che al suo funerale ha voluto che ci fosse musica allegra e gente sorridente. Non prendete pertanto queste righe come dissacranti e irriverenti ma semplicemente il mio modo per sottolineare la capacità di questo popolo d’accettare anche il dolore e il distacco con ironia e leggerezza.
Ecco qui, fra il serio e il faceto, un decalogo delle cose che non mi sarei mai aspettato di trovare ad un funerale:
90, morto che parla
Che ci crediate o no vendere i biglietti della lotteria e giocare i numeri sembra accomunare la tradizione partenopea con quella del nordest della Thailandia. Io, sempre poco fiducioso nel gioco d’azzardo, non ho comprato i numeri che m’hanno detto avesse suggerito in sogno il defunto e così sono l’unico a non aver vinto!
Banchetto nuziale o funerale?
Tavolate di gente che, bicchiere in una mano e cucchiaio nell’altra, colgono l’occasione per rivedersi e passare un po’ di tempo insieme - calcolando che la maggior parte arriva il primo giorno delle celebrazioni e se ne va il giorno dopo che tutto è terminato se ne va di cibo e lao caw (liquore ricavato dalla fermentazione del riso) in 4 giorni!
Accoglienza degli invitati davanti alla salma…
…come se questa sia ancora in vita…
Quando sono entrato nella stanza con la bara, Plàa mi ha salutato e ha iniziato a sbattere sulla bara il piatto dove aveva appoggiato la busta con la mia “offerta”; al tempo stesso parlava al padre per informarlo che ero andato a trovarlo e chiedeva se aveva richieste da farmi - per fortuna non ha voleva niente da me.
In molti portano doni oltre ai soldi, regali che resteranno al Tempio in memoria del defunto.
Macellazione del bufalo
Mentre al piano di sopra le donne fanno compagnia alla mia amica Pràa, di sotto gli uomini sono tutti intenti a sfettucciare un bufalo intero! Era il “suo” bufalo ed è giusto che lo accompagni in questo viaggio, tanto più che era la “sua” carne preferita. Mentre ai preparativi per il matrimonio ho preso parte in prima persona, l’odore del bufalo non l’ho sopportato e così mi sono avvalso dello status di straniero per defilarmi!
Say cheese!Ovviamente non poteva mancare il momento delle foto con tanto di fotografo professionista che, Nikon nuova di zecca, ha immortalato familiari e amici davanti alla bara e durante le varie fasi della cerimonia.
Addobbi e lucine
”Più è kitsch e meglio è" è un assioma che pur non dimostrato matematicamente qui in Thailandia risulta assolutamente vero! Lucine, drappi e composizioni floreali adornano la bara in legno laccato lucidissimo. Incensi e candele vengono continuamente accesi sfidando tutte le norme di sicurezza che il buon senso ci insegna fin da quando siamo bambini. A rendere tutto ancora più pomposo le banconote appuntate su incensi o a formare delle collane per decorare la stanza.
Il CinemaMontato lo schermo, collegato il proiettore e messo al massimo il volume dei potenti altoparlanti non resta che godersi lo spettacolo. La notte in veglia sarà lunga tanto vale trovare il modo per ammazzare il tempo.
Mucche al pascoloIn assoluto la cosa meno strana di questo funerale. In fondo siamo in piena campagna, in una zona rurale dove agricoltura e allevamento sono le attività principali.
Riti scaramantici e superstizioneA cavallo fra sacro e profano la cerimonia si conclude attorno al forno crematorio facendo almeno 3 giri tutto attorno preceduti dallo spargimento di petali di fiori e chicchi di riso. Alla fine vengono lanciate caramelle e monete incartate che gli invitati non appartenenti allo stesso nucleo familiare raccolgono avidamente. Curiosi di sapere il perché? Anch’io ma nessuno è stato capace di darmi una spiegazione che andasse oltre al semplice “si fa così…”
Le “bomboniere”Proprio come da noi si fa ai matrimoni alla fine del funerale, mentre gli invitati se ne vanno, vengono distribuiti dei souvenir della cerimonia. Ma in fondo anche da noi in Umbria c’è un’abitudine simile che consiste nel dare il “ricordino” ovvero una foto dell’estinto.
C’è chi va ai funerali perché è suo dovere, ma in realtà si compiace d’essere vivo.
Belva Plain
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