Innanzitutto abbiamo chiesto ad Elena come ha trovato il film The Summit, di cui abbiamo intervistato uno dei registi qualche settimana fa. A suo avviso si tratta di un buon lavoro: forse dopo 12 anni ci si potrebbe aspettare uno sforzo in più, un atto di coraggio in più su certi dettagli, ma tutto sommato è un ottimo lavoro perché permette di continuare a parlare di quello che è successo e informare anche coloro che per vari motivi non sanno quello che è accaduto.
Abbiamo naturalmente chiesto ad Elena quale sia la sua visione sulle motivazioni dietro gli scontri violentissimi accaduti 12 anni fa: lei è convinta che il movimento No Global che si è ritrovato a Genova abbia in qualche modo fatto paura, facendo nascere una volontà repressiva nei confronti del movimento stesso. Diceva cose troppo importanti e parlava a troppe persone estremamente eterogenee, motivo per cui doveva essere messo a tacere, diviso e represso. C'è stata dunque una volontà politica portata avanti dalle forze dell'ordine che hanno fatto il proprio mestiere in modo molto violento e brutale.
Alcuni di questi scontri sono stati condannati anche nelle sentenze dei vari processi: la sentenza della Corte d'Appello nel processo contro i 25 manifestanti ha evidenziato che le cariche dei carabinieri al corteo di Via Tolemaide erano state brutali e ingiustificate, causando la reazione di difesa dei manifestanti stessi. Secondo la sentenza della Cassazione per la Diaz, l'operazione ha causato il degrado dell'onore dell'Italia nel mondo. Infine c'è stato un utilizzo strumentale di gruppi più o meno pilotati di persone infiltrate, che hanno compiuto devastazioni materiali al fine di far parlare i media solamente delle violenze di chi manifestava.
Elena ci ha raccontato anche la sua visione sulle circostanze della morte di suo fratello: le versioni sono due. Una è quella ufficiale in base alla quale il caso è stato archiviato dal GIP, in quanto si è trattato di legittima difesa e uso legittimo delle armi. L'altra è quella della famiglia Giuliani, secondo la quale il colpo non sarebbe stato tirato in aria, ma sarebbe stato un colpo diretto, come confermato dal medico che ha effettuato l'autopsia. Carlo è stato dunque colpito da un proiettile, poi l'autista del Defender ha ingranato la retromarcia ed è passato due volte sul corpo. Infine, mentre era circondato dalle forze dell'ordine, qualcuno lo avrebbe colpito sulla fronte con un sasso, colpo che ha causato una ferita lacero contusa con presenza di sangue. Inutili i tentativi di rianimazione del 118, sebbene all'arrivo sia stata ancora riscontrata attività cardiaca.
Abbiamo chiesto se si possano ripetere eventi come quelli di Genova 2001 e cosa sarebbe necessario fare per evitare che accada ancora: secondo Elena si stanno già ripetendo, si sono ripetuti e continuano a ripetersi. In Val Susa i manifestanti vengono regolarmente aggrediti dalle forze dell'ordine e dai tribunali, e la stessa cosa vale per le manifestazioni degli studenti in tutto il Paese.
Per evitare che succeda ancora sarebbe necessario fare due cose: innanzitutto fare verità su quanto accaduto a Genova, fare un processo per l'omicidio di Carlo e un processo alle volontà politiche; in secondo luogo cercare di punire gli elementi violenti e incontrollati presenti tra le forze dell'ordine. E' indubbio che ci siano anche persone che svolgono onestamente e bene il loro lavoro, ma troppo di rado si sentono voci di protesta verso i colleghi, se non in pochi casi, spesso coperti da anonimato. Ma del resto siamo in un Paese in cui il COISP manifesta in difesa di assassini riconosciuti e condannati.
Abbiamo chiesto come Carlo protesterebbe oggi, e che tipo di mondo avrebbe voluto, quindi vi invito a visionare l'intervista integrale, molto più completa di questa mia breve sintesi.
Buona visione!
Maria Petrescu | @sednonsatiata
10minuteswith Elena Giuliani
A few days ago we talked with Elena Giuliani, with whom we have gone over the facts of Genua 2001 and the death of her brother, Carlo. Here is the interview.
First of all we asked Elena how she found the documentary film The Summit, whose director we interviewed a few weeks ago. She believes it's good work: perhaps after 12 years we could expect something more, a bit more courage on certain details, but all in all it's a good product because it allows people to continue talking about what happened and also inform those who for various reasons don't know anything about it.
We obviously asked Elena what her vision on the motivations behind the violent riots happened 12 years ago actually were: she is convinced that the No Global movement that protested in Genua somehow was frightening, and genearted a repressive will towards the movement itself. It said things that were too important and it addressed too many very different people, which is why it had to be put down and silenced, divided and repressed. There was a political design which was carried along by the police, which has done its job with incredible brutality and violence.
Some of these riots have been condemned in the verdicts of the various trials: the verdict for the trial against the 25 protesters has evidenced that the charges of the police in Via Tolemaide were injustified and brutal, and caused the defense reaction of the protesters. According to the verdict in Cassazione for Diaz, the operation has caused the degradation of Italy's honor in the world. Finally there was an instrumental use of groups that were infiltrated and had the job of devastating material goods, with the goal of making the media focus only on the violence of those who protested.
Elena told us what her vision regarding the death of her brother: the versions are two. One is the official one, based on which the case was archived, and according to which it was legitimate defense and legitimate use of weapons. The other is the Giuliani family's one, according to which the gun wasn't shot in the air, but aimed directly at Carlo, as it was confirmed by the medic who did the autopsy. Carlo was hit by a gun and then driven over twice by the driver of the Defender who panicked and didn't even look back. As he was surrounded by the police, someone must have hit him with a rock on his head, as he was still alive. The medics' attempt to save him were useless, in spite of the fact that there was still a pulse when they arrived.
We asked if events as those in Genua 2001 might happen again and what is necessary to do in order to prevent them from happening: according to Elena they are already happening, they have and they always will. In Val Susa protesters are regularly attacked by police and court rooms, and the same thing is true for the students' manifestations around the country.
In order to avoid that these things happen again, two things are necessary: first of all shed light on what happened in Genua, make a trial for Carlo's homicide and a trial to the political directions; secondly punish the violent and incontrollable elements of the police. It is true that there are people who do their job honestly and well, but way too seldom do we hear protests against colleagues, and often covered by anonimity. But again, we are in the country where the police union protests in favor of 4 recognized and condemned killers.
We asked how Carlo would protest today, what kind of world he would have wanted, so I invite you to view the full interview, which is much richer than my brief synthesis.
Enjoy!
Maria Petrescu | @sednonsatiata