In primo luogo abbiamo chiesto a Riccardo come è nata l'idea dei 10 punti proposti ai candidati alle elezioni politiche del 2013: si è trattato di un'esigenza di chiarezza, trasparenza, e assunzione di responsabilità che Amnesty sentiva di dover chiedere a chi si candidava alla guida del Paese. La situazione dei diritti in Italia preoccupa, ci sono molti problemi irrisolti che si sono acuiti nel tempo, lacune e ritardi legislativi che devono essere colmati. Per questo motivo si è pensato di dover fare queste 10 richieste, un'agenda di riforme sui diritti umani.
Il pacchetto di riforme è stato sottoposto a sette candidati e a tutti i parlamentari sul territorio, e le risposte sono state piuttosto interessanti: i calcoli non sono ancora completi, ma circa 80 - 90 parlamentari hanno sottoscritto le richieste di Amnesty, e tutti i leader tranne uno hanno risposto in maniera più o meno completa. Berlusconi, Bersani e Monti hanno risposto sì ad almeno 9 richieste su 10, mentre l'unico che ancora non ha dato alcun riscontro è Beppe Grillo.
Per quanto concerne la condizione della donna in Italia, abbiamo chiesto quali sono le misure che bisognerebbe attuare per garantire il rispetto dei diritti delle donne e per fermare i femminicidi. Riccardo ha specificato che Amnesty chiede il rispetto delle norme internazionali, quindi il primo passo sarebbe la ratifica immediata del Trattato di Istanbul, che prevede una serie di provvedimenti contro la violenza domestica. E' necessario investire nei centri antiviolenza, rafforzarne le strutture e l'importanza, e prendere una serie di misure sul piano legislativo, e prevedere sanzioni più dure. In più c'è un aspetto culturale, perché bisogna cessare di usare espressioni e stereotipi discriminatori nei confronti della donna.
Sugli abusi delle forze di polizia, Riccardo ha citato la lunga storia di maltrattamenti e torture iniziata già nel 2001: l'impossibilità di identificare chi colpiva persone inermi, e comminare sanzioni e pene adeguate alla gravità del reato commesso, ha avuto come conseguenza una scarsità di condanne, e si è data l'idea che in Italia non sia successo qualche cosa di molto grave. E' necessario introdurre l'obbligo del codice alfanumerico per le forze di polizia e introdurre il reato di tortura, un provvedimento sul quale l'Italia è in ritardo di 25 anni.
Abbiamo parlato anche dei diritti degli immigrati, e delle misure da prendere per evitare manifestazioni razziste e xenofobe. Secondo Riccardo è necessario fermare l'incrocio tra criminalizzazione e criminalità, due fatti coincidenti che rendono la vita ai migranti molto difficile. Quandi hai forme di criminalizzazione per legge, e una determinata identità diventa un reato (come nel caso del reato di clandestinità), si pongono le persone nelle mani della criminalità, vittime di sfruttamento da parte di datori di lavoro che non possono denunciare.
Per quanto riguarda i diritti della comunità LGBTQ, bisogna far notare che l'Italia è uno dei pochi paesi europei che non ha legiferato contro l'omofobia o per garantire uguali diritti alle coppie omosessuali come per le coppie eterosessuali: Riccardo specifica che la legislazione è molto semplice, ed è quella che tutela le persone nel nostro Paese da ogni forma di discriminazione a prescindere dall'identità e dall'orientamento sessuale. Ogni impedimento che procura discriminazione va superato con adeguate misure legislative, una grave lacuna che l'Italia ancora deve colmare.
La crisi acuisce le disuguaglianze, e si potrebbe pensare che i diritti passino in secondo piano rispetto a problemi apparentemente più vicini, come il lavoro o i bilanci da tenere sotto controllo, ma non bisogna mai dimenticare che a maggior ragione bisogna dare attenzione a questi temi, perché sono ancora più a rischio in periodi di grave crisi.
Abbiamo parlato anche dei diritti dei carcerati, di coloro che definiscono il 41bis una forma di tortura, e della situazione della comunità Rom in Italia. Naturalmente vi invito a visionare l'intervista integrale, ben più ricca di questa brevissima sintesi.
Buona visione!
Maria Petrescu | @sednonsatiata
10minuteswith Riccardo Noury
First of all we asked Riccardo how the idea of the 10 points proposed to the candidates to the political elections in 2013: it was the need of clarity, transparency, and taking responsibility that Amnesty felt it had to ask to those who candidated to guide the country. The situation of rights in Italy is very worrying, there are many unsolved problems that have become more serious in time, lacks in the legislative system that must be solved. That is why they had to write down these 10 requests, an agenda of reforms of human rights.
The package of reforms was sent to seven candidates and to all the members of Parliament on the territory, and the answers have been quite interesting: the calculations aren't yet complete, but about 80 - 90 members have signed the requests, and all the leaders except for one have answered in a more or less complete manner. Berlusconi, Bersani and Monti have answered yes to at least 9 out of 10 requests, while the only one who still hasn't given any kind of answer is Beppe Grillo.
As for the condition of the woman in Italy, we asked what measures should be implemented in order to guarantee the respect of women's rights and to stop the homicides. Riccardo has specified that Amnesty asks for the respect of international norms, so the first step to do is to sign the Treaty of Istanbul, which has a series of measures against domestic violence. It is necessary to invest in anti-violence centres, reinforce the structures and their importance, and take a series of decisions at a legislative level, which would include harsher penalties. There's also a cultural aspect that we cannot forget, because we need to stop using expressions and stereotypes that are discriminatory of women.
About the abuses of the police forces, Riccardo has quoted the long series of abuse and torture which started in 2001: the impossibility to identify those who hit helpless people, and give them sanctions that are adequate to the seriousness of the crime they committed, has had as a consequence a lack of verdicts, and Italy gave the idea that nothing very bad happened. It is necessary to introduce the obligation to wear an alphanumeric code for police forces and introduce the crime of torture, something Italy has been delaying for the last 25 years.
We also talked about the rights of immigrants, and the measures to take in order to avoid racist and xenophobic manifestations. According to Riccardo it is necessary to stop the crossing between criminalization and criminality, two coincidental facts which make life difficult to migrants. When you have forms of criminalization by law, and a certain identity becomes a fellony (like in the case of the crime of clandestinity), you put people in the hands of criminality, victims exploited by employers whom they cannot press charges against.
As for the rights of the LGBTQ community, Italy is one of last few European countries which has no laws against homophobic fellonies or in order to guarantee equal rights to gay couples as for heterosexual couples: Riccardo specifies that the legislation is very simple, and it is the one that protects people in our country from every form of discrimination, regardless of sexual identity or taste. Any impediment that creates discrimination must be overcome with adequate laws, and this is a great problem that Italy still has to solve.
The crisis makes social differences bigger, and one might think that rights would be less important than problems that are apparently more serious, such as unemployment or taxes, but we should never forget that moreso we should pay attention to these rights, because during times of crisis they're extremely at risk.
We also talked about the rights of the incarcerated, the ones who define the 41bis a form of torture, and the situation of the Rom community in Italy. Of course, I invite you to see the full interview, much richer than my brief synthesis.
Enjoy!
Maria Petrescu | @sednonsatiata