Non so quanta verità ci sia nelle argomentazioni addotte dai teorici del complotto riguardo alla tragedia dell'11 settembre. Che sia però però una posizione - o meglio una serie di posizioni - assunte e presentate in totale malafede ideologica ed utilitaristica, mi pare piuttosto evidente. Non che la difesa ufficiale sia ammantata di obiettività e candore, intendiamoci: entrambe le posizioni sono affette dalla sindrome di Hollywood. Ogniqualvolta ci si avvicina alla fatidica ricorrenza, sulle tv di tutto il mondo inizia il rito del drammatico amarcord: nuove testimonianze di vecchi reduci, riproposizione di agghiaccianti filmati, riprese inedite comparse dal nulla a distanza di anni. Sono però le tv tematiche a reincendiare il dibattito sulle verità nascoste. Ed ogni volta lo fanno con nuovo materiale che presentano come scientifico a sostegno dell'una o dell'altra tesi, a seconda che si tratti di emittenti americaniste invece che oppositrici alle verità di regime. Le une e le altre fanno affari d'oro, sfruttando un evento che ha segnato la direzione di questo primo scorcio di secolo e che, soprattutto, ha lasciato una ferita profonda nelle coscienze di chi lo ha vissuto in prima persona o davanti agli schermi televisivi.
Ieri ho assistito ad un documentario bipartisan passato su un'emittente della piattaforma Sky. Il portavoce dei ricercatori che sostengono la bontà della versione ufficiale illustrava con orgoglio la ricostruzione al computer dell'impatto dell'aereo sulla prima torre, ottenuta grazie all'immissione di decine di migliaia di dati provenienti da fonti ufficiali: la dinamica distruttiva combaciava perfettamente con quella dell'episodio reale. Subito dopo, i sostenitori della tesi della demolizione controllata ribattevano che proprio perché si trattava di dati ufficiali, la ricostruzione era falsa. Si passava poi a dar conto di una serie di esperimenti effettuati in una zona desertica degli States, in cui l'obiettivo era dimostrare che la termite - la pietra filosofale degli oppositori di regime - non è in grado di fondere l'acciaio. Questi rispondevano che la termite utilizzata nell'esperimento non era quella rinvenuta tra le macerie del World Trade Center, la cosiddetta Super Termite, conosciuta solo al Gotha dell'amministrazione militare e quindi non reperibile da nessun comune mortale. L'esperimento era dunque da considerarsi ininfluente ai fini della ricerca della verità. La verità. La verità dell'uomo della strada, quando questi non è piegato ad alcuna ideologia di regime o di anti-regime, non coincide con nessuna delle due tesi. E' una ricostruzione timida e approssimativa, basata perlopiù su presupposti di logica puramente aristotelica, con tutti i pericoli che questa porta con sé. E' una verità che non fa arricchire alcun media e non rende popolare il bastian contrario di professione. La verità dell'uomo della strada è che l'America fu colpita al cuore da qualcuno che le voleva male. Forse furono i terroristi arabi perché il mondo arabo ha mille motivi per odiare l'America. O forse fu il governo Bush perchè ne aveva altrettanti ed odiava l'America quanto la odiano i terroristi islamici. Quell'America che lo aveva ridotto sul lastrico del consenso popolare ma che lo avrebbe sostenuto senz'altro in caso di bisogno estremo della Nazione. L'uomo della strada sa che l'America è odiata e tanto gli basta. Lo sa perché ha visto bruciare le bandiere a stelle e strisce ad ogni latitudine e da uomini di ogni ceto sociale. Lo sa perché l'11 settembre 2001 in molte case occidentali, mediorientali ed orientali si sono stappate bottiglie di Pignoletto e di Champagne. All'uomo della strada non importa accanirsi in un'affannosa ricerca dalla quale chiunque, media a parte, uscirebbe comunque sconfitto. Si accontenta di poco, in fondo, chi non accetta di tuffarsi in un tritacarne.
COMMENTI (2)
Inviato il 13 settembre a 00:13
Grazie mille!
Inviato il 12 settembre a 12:03
Gran bell'articolo, complimenti! Non prende posizione (tra i due estremi) ma allo stesso tempo la prende eccome. Quella dell'uomo della strada non succube di ideologie e teorie da dimostrare per far quadrare la visione di cui si fa partigiano. L'11 settembre in particolare è stato un evento mediatico e in quanto tale si presta a meraviglia a mistificazioni, la verità (se esiste) non sarà mai presentabile e credo comunque che nessuno sia anche veramente intenzionato a cercarla. Tranne l'uomo della strada, appunto, che non riesce a capire da che parte deve stare per non venire travolto.