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12. Settanta volte sette

Da Fabry2010

12. Settanta volte sette

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Leopoldo, deluso nel desiderio di riscatto, riguadagna il pub. Pensa che, se berrà le sette birre, Calvino tornerà di nuovo a consolarlo. La ragazza è diventata più prudente: scruta l’avventore e cerca di indovinarne le intenzioni. Leopoldo è un personaggio che si fa facilmente voler bene: ha un aspetto fisico gradevole, è cordiale e sorride volentieri. In questi giorni è un po’ cambiato, come se qualche cosa lo stesse logorando.
- Mi porta la solita? chiede gentilmente alla ragazza.
- La solita o le solite?
- E’ un periodo difficile, ho bisogno di sfogarmi.
- L’altra volta siamo stati in ansia: parlava da solo.
- Chi le ha detto che ero solo?
Ci vuole poco a fare sette. Leopoldo intuisce che da un momento all’altro succederà qualcosa. Vede un’ombra.
- Italo!
- L’altra volta l’hai combinata grossa.
- Ci diamo del tu?
- Perché no? Ormai sono un personaggio come un altro. Come va con Marcovaldo?
- L’accusatore non si è rifatto vivo; forse ha capito che l’insinuazione non aveva consistenza. Dovrei farti una domanda.
- Dimmi pure.
- Questa storia delle sette birre può andare avanti avanti all’infinito?
- In che senso?
- Voglio dire: se la sera vengo qui e ripeto il rito, tu sarai sempre disponibile?
- Dipende dalla qualità del luppolo! Calvino ride silenziosamente.
- Ma certo! Sarò esigentissimo con il proprietario; gli dirò di non cambiare marca e, se necessario, sarò pronto a pagare quattro volte tanto.
- Leopoldo, lascia stare: certi discorsi non si fanno ai commercianti! Rise di nuovo, questa volta con più gusto.
- Italo…
- Dimmi.
- Ma tu potresti anche…
- Di’ pure, non ti preoccupare.
- Dico, potresti anche suggerirmi…
- Leopoldo, sono una persona onesta, al massimo ti permetto d’ispirarti con la mia presenza.
- Grazie Italo, guarda che basta questo! Posso offrirti una media?
Leopoldo allunga il braccio per afferrare il boccale mezzo vuoto, ma sente di nuovo il fracasso del vetro sopra il tavolo e il liquido inzuppargli i pantaloni.
- Eh no, signor Leopoldo, è l’ultima volta che lo accetto! La ragazza è già arrivata con lo straccio.
- Senta, devo dirle una cosa, anzi, no; vabbe’: se vuole, pago il doppio.
- Ne parlerò col proprietario. La ragazza, illuminandosi, schizza via senza dire una parola.



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