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#13: Camminare in casa a piedi nudi

Creato il 01 settembre 2010 da Marxell

Un piacere semplice ma fino ad ora ignoto.

In casa a piedi nudi, un piacere scoperto qui

In casa a piedi nudi, un piacere scoperto qui

Alle idee semplici si arriva con difficoltà, questo è risaputo. E delle consolidate abitudini non ci si libera in un attimo, lo sanno tutti. Eppure quando si afferra un’idea semplice che modifica un comportamento consolidato a favore di un altro soprendentemente più vantaggioso, il piacere è subito intenso e riconoscibile, quasi come un’illuminazione, una rinascita.

Sono cresciuto in un bell’appartamento altoborghese, con lucenti pavimenti in marmo, dalla fredda eleganza ma rappresentativi di uno status che all’epoca aveva una sua rilevanza. E fredda era anche la sensazione che si provava a camminare a piedi nudi. Mi veniva ripetuto fino alla noia di non andare in giro senza scarpe o pantofole, quasi l’essere scalzi fosse una delle peggiori infrazioni domestiche immaginabili. Ho sempre diligentemente applicato la regola, non ho mai camminato in casa a piedi nudi se non per brevissimi e furtivi tratti. Mai avrei immaginato che non solo io, ma anche i rispettabili ospiti della famiglia in visita serale potessero aggirarsi senza le loro rigide suole e i loro eleganti tacchi che li elevavano sul gelido marmo.

Giunse il momento in cui visitai la mia prima casa tedesca. Avevo già notato nel mio condominio le scarpe degli altri inquilini lasciate fuori dalla porta, ma pensavo più ad una mancanza di spazio e bollavo quella come tipica sciatteria domestica di questo popolo invece così ordinato fuori in pubblico.

Ma mentre mi apprestavo ad entrare emozionato e curioso nell’appartamentino monolocale della mia dolce amica Anja, al quale approdavamo quella sera dopo un lungo girovagare per i bar del paese e lunghe schermaglie preparatorie, la sua sfacciata richiesta mi colpì come un ceffone sul viso… “potresti toglieri le scarpe e lasciarle fuori, bitte?“. “Ma come?“, pensai, “davvero come nei film in cui gli amanti lasciano una traccia di indumenti frettolosamente svestiti che conduce dritto all’alcova??“. Ma subito mi si gelò il sangue… “che calzini avrò messo, mica quelli vecchi ed un po’ sdruciti, spero? Dannazione, adesso non ricordo proprio, devo affrontare il rischio e sperare che tutto fili liscio, domani per prima cosa getto via tutte le calze vecchie, lo giuro!“. Dovetti eseguire il dolce ma fermo ordine ricevuto, non c’era possibilità di negoziazione, ma mi sentivo più nudo di un verme, quasi privato della mia dignità umana, un uomo senza scarpe perde il suo fascino e la sua baldanza. Da subito, mentre mi aggiravo sulla moquette dei suoi trenta metri quadri, iniziavo a percepire un curioso senso di familiarità con la dolce Frau Anja, come se ci conoscessimo da sempre, io e lei.

Quel giorno nacqui, si accese una luce nella mia mente in cui interruttore neanche sapevo esistesse. Adesso arrivo a casa, tolgo le scarpe già in ascensore, le getto malamente fuori dalla porta, non ho più pantofole da indossare, cammino libero sul mio parquet come un animale selvatico nella sua savana, e sono felice.

MERAVIGLIOSO!


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