La sveglia, la sveglia, la sveglia.
Vorresti ancora dormire ma è ora. Ti alzi a fatica, la casa, il caffè, colazione in piedi mentre riordini il tavolo.
Il cellulare, le chiavi, la giacca, le scarpe (per ora non sei ancora uscita con le ciabatte… ma presto accadrà, ne sei certa); valigetta con l’agenda – i libri ci sono tutti – la borsetta quella di ieri sera, non occorre controllare.
Le scale, il garage, l’auto, la rampa, la strada.
C’è un cielo limpido, colore pulito. C’è il sole che spunta chiaro e ferisce già gli occhi, c’è odore di freddo, ancora, ma sarà primavera presto.
Solo ieri passeggiavi nella stradina che porta alla ferrovia e hai scoperto le prime viole, qualche pratolina e i nontiscordardime – miracolo ogni volta dopo l’inverno – . C’era caldo, un’arietta leggera, la voglia di correre fuori, chissà dove, non importa dove.
C’era voglia di strade nuove, di nuove mattine.
C’è ancora.
Sandro Penna
Mi adagio nel mattino di primavera
Mi adagio nel mattino
di primavera. Sento
nascere in me scomposte
aurore. Io non so più
se muoio oppure nasco.
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