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Creato il 16 ottobre 2012 da Frogproduction
Eterni cortili di scuola  ( schoolyards of forever ) - Charles Bukowski
il cortile della scuola era una fiera degli orrori: i bulli, i fanatici i pestaggi contro la rete di recinzione con i compagni che stanno a guardare contenti di non essere loro le vittime; ci menavano per dritto e per rovescio giorno dopo giorno e poi venivamo seguiti presi per i fondelli per tutta la strada fino a casa dove spesso ci aspettavano altre botte.
nel cortile della scuola i bulli avevano il potere in mano e nei bagni e alle fontanelle facevano il bello e il cattivo tempo ma a modo nostro noi tenevamo duro non abbiamo mai chiesto pietà li affrontavamo a faccia aperta in silenzio siamo stati temprati da quelle cose orrende cose orrende che in seguito ci sarebbero tornate utili e allora stranamente mentre noi ci facevamo più forti e più spavaldi i bulli a poco a poco hanno cominciato a stare sulle loro.
elementari medie superiori siamo cresciuti come piante trascurate e fuori posto trovando nutrimento dove capitava sbocciando col tempo e poi quando i bulli hanno cercato di diventare nostri amici noi li abbiamo respinti.
poi l’università dove sotto regole nuovi i bulli si sono squagliati quasi del tutto noi diventavamo di più e loro diventavamo molti di meno
ma adesso c’erano dei nuovi bulli i professori ai quali si dovevano insegnare le dure lezioni che avevamo imparato
godevamo da matti era sontuoso e facile le compagne costernate dal nostro rischiare e dalla nostra freddezza ma noi non ce le filavamo per niente in attesa della battaglia più tosta là fuori
poi quando siamo arrivati là fuori ci siamo trovati di nuovo con le spalle al muro daccapo con altri bulli profondamente rafforzati dalla società capi e consimili che ci hanno tenuto al nostro posto per decenni a venire così che abbiamo dovuto ricominciare tutto da zero per strada e in anguste stanze di follia stanze sempre con poca luce in pino giorno è andata avanti così per anni e anni ma il nostro addestramento precedente ci ha permesso di resistere e dopo un tempo apparentemente infinito finalmente abbiamo imboccato il tunnel in fondo alla luce
è stata una vittoria da ben poco senza canzoni da smargiassi perché sapevamo di aver vinto molto poco dal molto poco che c’era da vincere e che avevamo combattuto tanto duramente per esser liberi solo per la dolce soddisfazione dell’impresa
ma ancora adesso vediamo il bidello delle elementari con la sua scopa e la faccia sonnacchiosa; vediamo ancora le ragazzine ricciute dai capelli meticolosamente spazzolati e lucenti negli abiti appena inamidati;
vediamo le facce degli insegnanti ingrassati ingobbiti infelici;
sentiamo la campanella della ricreazione; vediamo l’erba e il diamante del baseball; vediamo il campo da pallavolo e la rete bianca; sentiamo il sole lassù sempre alto e lucente che si riversa su di noi come il succo di un mandarino gigante
e non ce lo siamo dimenticati presto Herbie Ashcroft il nostro aguzzino principale dai pugni duri come sassi
quando ci rannicchiavamo intrappolati contro la rete di metallo e sentivamo il rumore delle auto che passavano senza fermarsi mentre il mondo se ne andava in giro a fare quel che fa di solito noi non chiedevamo mai pietà e ritornavamo il giorno dopo e il successivo e quello dopo ancora in classe con le ragazzine dall’aspetto tanto calmo e sicuro sedute belle dritte al loro posto in quell’aula di lavagne e gesso mentre noi restavamo cupamente aggrappati al nostro sdegno ostinato per tutto quell’orrore e quei conflitti e aspettavamo che qualcosa di meglio arrivasse a darci conforto in quel mondo da-non-scordarsi-mai della scuola elementare.
(…and waited for something better to come along and comfort us in that never-to-be-forgotten grammar school world. )

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