da qui
Non era facile fare la scelta giusta: Nord e Sud, la terra dei ricchi e della libertà e la terra della schiavitù, dell’odio razziale.
Mi sarebbe piaciuto parlare con papà, me l’anno ucciso che avevo dieci anni, ero un bambino, quante cose ci saremmo detti, quanto sarei cambiato e come sarebbe il mondo, se fosse ancora qui.
Avrei potuto frequentare gli ambienti raffinati e aperti dell’alta società, pane per i miei denti, dicevano, per uno come te, che ha studiato, che sa tanto più di noi.
Io sogno che i miei quattro figli vivano un giorno in una nazione dove saranno giudicati non per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere.
Avrei potuto assaporare il gusto del successo, frequentare i locali più alla moda, intrattenermi con l’intelligentsia americana.
Quando parlava era come se un moto ondoso passasse per la folla, come se le parole potessero spingere in alto menti e corpi, come se risvegliasse in ognuno il desiderio di essere, di fare.
Quando lei mi avvicinò, sapevo già che cosa mi avrebbe detto.
Ci sono persone che ti spronano anche dopo secoli che sono morte: lui era una di queste; ancora sentiamo risuonare la voce che diventava canto, le note che tutti cercavamo, ma che nessuno aveva mai avuto il coraggio d’intonare.
Avrebbe detto che ci saremmo andati, con più calma, ma che ora dovevo inserirmi in un mondo più adatto alla mia cultura, al mio modo di pensare.
Sono rari gli uomini e le donne che dicono quello che avevi sulla punta della lingua, che ti bruciava in cuore, quello che sognavi la notte e non osavi ricordare più da sveglio.
- Perché ti ostini tanto? Non pensi al futuro dei figli, alla tua preparazione, al mio lavoro?
Sorridevano, con i denti bianchissimi, pigiati gli uni contro gli altri, non si accorgevano di non entrare nella piazza.
- Non esiste solo il successo personale, c’è qualcosa che chiama, laggiù, e chiama proprio me.
Era come se il sangue di famiglia, dei predicatori e dei pastori, lo sospingesse inesorabilmente verso il suo destino.
- Credi nel destino?
Quante volte aveva camminato nelle strade di Atlanta, immaginando di parlare alla gente, di pronunciare le parole che aveva ascoltato da suo padre, da suo nonno.
- Esiste la volontà di Dio, non il destino.
Anzi, lui ne avrebbe dette di più belle e commoventi, il popolo avrebbe riso e pianto, perché tutto nasce da una gioia o da una lacrima, il resto è inerzia, indifferenza, frustrazione.
- Non pensi che Dio si serva della nostra libertà, delle scelte indipendenti? Non pensi che potrebbero ucciderti, spegnere l’incendio, prima che possa divampare?
Lui, col sangue contadino, avrebbe suonato una musica diversa, una musica da risvegliare i morti, da fare alzare in piedi il gigante inginocchiato dell’America nera.