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17. L’opera incompiuta

Creato il 16 settembre 2010 da Fabry2010

17. L’opera incompiuta

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Leopoldo si ritrova in una stanza buia e silenziosa. Quanto tempo è passato da quando l’uomo è entrato in casa sua senza chiedere permesso? Di quello che è successo dopo non ricorda nulla: forse è stato addormentato, forse colpito con un corpo contundente. Prova a toccarsi il volto, per cercare un’abrasione, una ferita, ma non trova alcuna traccia di violenza. Pensa a Maria: possibile che si sia lasciata sfuggire la trama in modo così ingenuo? Oppure i consigli di Musil l’hanno convinta a confondere le carte, a scombussolare le coordinate dell’intreccio per farlo coincidere col groviglio inestricabile del mondo? Comincia ad alterarsi; trova inammissibile che il personaggio sia in balia di tutti: autore, consulenti, lettori; nessuno pensa di prendere le sue difese? La letteratura è un processo in cui si riceve una sentenza di condanna senza lo straccio di un motivo? Ripensa all’uomo che ha bussato alla porta, alla situazione surreale, angosciosa, alla mancanza di pezze d’appoggio e finalmente comprende: è l’inizio del Processo! Non bastava Musil ad aprire una voragine nella ragnatela paziente che il romanzo aveva appena cominciato a tessere; ci mancava il Praghese; la perdita di ogni speranza, ora, è assicurata. La stanza s’illumina di colpo: in fondo c’è un uomo dal volto affilato, capelli corti, ben ravviati, con la riga al centro; indossa un vestito grigio scuro, una giacca dal bavero imponente sormontato da un collo di camicia altrettanto imponente, immacolato. Ha le braccia conserte e lo sguardo fisso; dietro di lui una tenda a fasce, investita dal chiaroscuro creato da una lampada nuda pendente dal soffitto.
- Franz! Leopoldo non crede ai suoi occhi.
Lo scrittore è impassibile. Sembra assorto in pensieri che non hanno nulla a che fare con la situazione. Forse ha un problema in sospeso e deve risolverlo al più presto. Leopoldo ha un pensiero assurdo, in sintonia con il contesto: ricorda che Il processo è un’opera incompiuta, e che l’autore ordinò di distruggerla dopo la sua morte. Che abbia deciso di portarla a compimento utilizzando lui come soggetto, al posto del defunto Joseph K.? Si sente invaso dal terrore: lontano da Maria, segregato in una stanza in un luogo sconosciuto, in balia di una mente imprevedibile: che stia sognando, che abbia bevuto una birra di troppo e stia per risvegliarsi nel pub pieno di fumo, vicino casa sua?



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