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1992-2015: Tangentopoli che ritorna?

Creato il 25 marzo 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Tangentopoli: 1992 ma potrebbe chiamarsi tranquillamente 2015.

La serie ideata da Stefano Accorsi e prodotta da Lorenzo Mieli -le cui prime due puntate sono andate in onda su Sky Atlantic il 24 marzo – non poteva essere più attuale considerati i corsi e ricorsi storici della corruzione all’italiana.

Le inchieste, gli scandali, gli arresti, le connivenze della politica segnano ancora profondamente le cronache del nostro Paese. Dal Pio Albergo Trivulzio di Mario Chiesa e del Psi di Craxi e della “Milano da bere” ai nostri giorni, il passo sembra davvero breve.

“Mani Pulite”.

1992 racconta le vicende dell’”inchiesta del secolo – “Mani Pulite” – condotta dai magistrati della procura di Milano che portò a scoperchiare il sistema corruttivo e di finanzimento illecito che vedeva protagonisti quasi tutti i partiti di governo  – il Psi soprattutto ma anche la Dc e gli alleati minori (toccando in alcune inchieste anche esponenti del Pci) – e i principali imprenditori milanesi e non solo. Una vicenda in grado di innescare conseguenze a catena di portata nazionale e facendo del 1992 un anno cruciale per la storia italiana. Uno snodo che avrebbe portato al crollo di un’intera classe dirigente e all’affermarsi di una nuova era politica.

In 1992 regista e sceneggiatori hanno ricostruito i connotati culturali di un sistema ben rodato che serviva a finanziare illecitamente interi partiti, così come più o meno esplicitamente ammesso da Craxi nel celebre intervento alla Camera del 3 luglio 1992 in cui accusava l’intero arco partitico della Prima Repubblica di essersi retto sulle mazzette degli imprenditori amici.

1992 è il racconto non solo di un’inchiesta in cui furono coinvolti  ministri, deputati, senatori, imprenditori, perfino ex presidenti del consiglio, con centinaia di condanne e con più di 2.500 indagati ma è anche la narrazione di un male nazionale, l’affermazione della pratica corrutiva come strumento principale per arricchirsi, fare carriera e raggiungere i propri obiettivi nel mondo dello spettacolo, nella televisione, nei partiti e nelle istituzioni. In 1992 personaggi reali e di fantasia si mescolano, mentre alcuni dei personaggi – da Di Pietro a Dell’Utri, fino a Berlusconi – sono ancora protagonisti più o meno decisivi delle vicende politiche e giudiziarie italiane.

Se è vero che non esistono più rapporti d’interesse reciproco così profondi tra partiti (almeno neii loro vertici nazionali) e i “mazzettari”, è altrettanto vero che continuano a proliferare vicende corruttive che riguardano ministri, sindaci, consiglieri regionali e assessori, così come dimostrato dalle notizie sugli scandali contemporanei.

L’elenco delle vicende di corruzione che hanno caratterizzato le cronache di questi mesi è sterminato e non può che suscitare un parallelismo con i fatti scoperti 23 anni fa dal pool di pm guidati da Di Pietro.

Gli appalti truccati di Expo sempre nel capoluogo lombardo, lo scandalo legato ai lavori del Mose di Venezia culminato nell’arresto dell’ex sindaco Orsoni , l’indagine che ha portato all’arresto del presidente della Camera di Commercio di Palermo, l’inchiesta “Mafia – Capitale” con il coinvolgimento di criminali di primo piano della malavita capitolina e di politici romani di entrambi gli schieramenti. Per non parlare dell’inchiesta di questi giorni della procura di Firenze sulle grandi opere in tutta la Penisola, che ha portato all’arresto del super-dirigente del ministero delle infrastrutture Ercole Incalza e alle dimissioni del ministro Lupi. Tutto a dimostrare come nonostante le nuove leggi, le autorità di vigilanza, i proclami dei vari governi che si sono alternati alla guida del paese la corruzione continua a essere il male profondo che paralizza lo Stato, fonte di sprechi e inefficienze in grado di alterare i rapporti tra politica e imprenditoria, intreccio vorticoso di economia e criminalità.

La Tangentopoli di oggi.

Falsare le gare, accaparrarsi le commesse pubbliche, truccare e influenzare le dinamiche del mercato: cambiano i partiti, gli esponenti politici, gli imprenditori ma gli obiettivi e i metodi sono i medesimi di 23 anni fa. La Tangentopoli che sembra non essersi fermata, ancora soldi e mazzette (ma anche orologi, lavori per i propri familiari, vacanze e case pagate ) ai politici amici in cambio di una “mano” per ottenere lavori e vincere appalti milionari. Segno che, nonostante gli anni passati la corruzione rimane il grande male da estirpare per fare dell’Italia un paese normale. E la serie 1992 sta lì a ricordarcelo.

Tags:corruzione,milano,serie 1992,storia italiana

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