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2012: nessuno come LeBron ‘King’ James

Creato il 31 dicembre 2012 da Basketcaffe @basketcaffe

Se il 2011 era stato l’anno orribile, con la sconfitta dei Miami Heat nelle Finals contro i Dallas Mavericks che avevano fatto gioire tutti quelli che lo avevano odiato dal momento di ‘The Decision’, il 2012 è stato l’anno del riscatto e della consacrazione di Mister LeBron James da Akron, Ohio. Il figlio di Gloria, ‘The Chosen One’, ‘Il Prescelto’, fin da quando non era ancora maggiorenne era considerato il salvatore della pallacanestro mondiale, il bambino diventato uomo che per talento e carisma avrebbe raccolto il testimone di Michael Jordan come icona mediatica mondiale della pallacanestro e non solo. Quel momento pare essere giunto e il titolo di ‘Sportivo dell’Anno’ secondo Sports Illustrated, è solo la conseguenza di 12 mesi strepitosi per LBJ.
Nell’anno in cui Michael Phelps e Usain Bolt hanno incantato alle Olimpiadi di Londra (pure LeBron eh…), Roger Federer è risorto e ha vinto il settimo Wimbledon in carriera e Miguel Cabrera dei Detroit Tigers ha vinto la Tripla Corona del baseball in 45 anni, il cover-man 2012 è LeBron. Perchè James ha saputo far tesoro della tremenda delusione delle Finals 2011 e ha lavorato per mesi (compresi quelli del lockout) per migliorare, crescere, farsi trovare pronto se avesse avuto una nuova opportunità di vincere. E inoltre ha mostrato di aver fatto quel passo decisivo prendendosi i Miami Heat sulle spalle e trascinandoli alla vittoria quando sembravano ad un passo dal baratro.

Dopo una regular season 2011-2012 chiusa dai Miami Heat con 45 vittorie in 62 gare, LeBron si è meritato il terzo titolo di Mvp stagionale della carriera dopo quelli del 2009 e del 2010 con la maglia dei Cavaliers. E’ però nei playoff che James ha scalato le marce, offrendo prestazioni super: nel secondo turno, con gli Heat sotto 2-1 contro i Pacers, ha guidato i suoi alla vittoria esterna in gara 4 con 40 punti, 18 rimbalzi e 9 assist. Chiusa 4-2 la serie contro Indiana, Miami si è trovata di fronte Boston come ultimo ostacolo per le finali. I Celtics si portano sul 3-2 e hanno il match ball in casa ma James gioca la partita della vita, vince praticamente da solo al Garden con 45 punti (19 su 26 al tiro) e 15 rimbalzi e il 3-3 è servito. In gara 7 si limita a 31+12, sufficiente per il secondo viaggio consecutivo alle Finals.

Di contro ci sono gli Oklahoma City Thunder dell’amico-rivale Kevin Durant. Sull’1-1 dopo le due gare a OKC, si torna a Miami: in gara 4 è semplicemente super, chiude con 26 punti, 9 rimbalzi e 12 assist ma soprattutto, dopo essere stato portato fuori a braccia per crampi, rientra e praticamente zoppo manda a bersaglio la bomba che spacca la gara. Nella decisiva gara 5 il Re alza ancor di più l’asticella visto che registra l’unica tripla doppia della stagione – 26, 11 rimbalzi e 13 assist – e viene nominato anche Mvp delle finali. La grossa scimmia sulla spalla del nativo di Akron stramazza al suolo e da quel momento si può dire che LeBron ha raggiunto la maturità.

In estate, prima di mettersi al lavoro con Team Usa, si traveste da agente e convince Ray Allen a sbarcare a Miami. Poi si mette a disposizione di coach Krzyzewski per preparare le Olimpiadi di Londra. Alla fine James conquista il secondo oro olimpico della carriera dopo quello di Pechino ma questa volta dimostra quanto sia cresciuto come giocatore e come uomo: domina ogni gara sui due lati del campo, non forza mai, prende rimbalzi, stoppa, sminestra assist a volontà e, quando serve, prende il proscenio. Dopo la vittoria in finale con la Spagna è festa grande con Durant, Kobe e gli altri.

Il 2012 che va a finire verrà ricordato per forza come l’anno di LeBron James, magari quello del primo titolo di James perchè, scongiuri a parte, sembra davvero entrato in una dimensione in cui non appare fermabile, soprattutto nelle gare che contano.

Ieri è stato anche il suo compleanno, 29 anni e una maturità definitivamente raggiunta. Questo il meglio delle Finals 2012 di LeBron James:


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