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21. La lettera

Creato il 26 dicembre 2011 da Fabry2010

Pubblicato da fabrizio centofanti su dicembre 26, 2011

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- Gilda, parliamoci chiaro: di questo Arturo non mi frega niente.
- La cosa mi dovrebbe far piacere.
- Voglio confidarmi, con qualcuno bisogna pur parlare: amo un uomo che si chiama Fausto. E’ sposato, e presidente di una casa editrice che sforna un bestsellers dopo l’altro.
- Che strano, potrebbe essere l’incontro ideale per Arturo: ha tutti i romanzi sepolti nel cassetto.
- Fausto è l’ideale per me: di Arturo, ti ripeto, non m’importa niente.
- Ti prego, Ester, mi aiuti? Potrebbe essere la chiave per farmi prendere in considerazione.
- Di cosa scrive, Arturo?
- Non lo so. Immagino che scriva di me, come ti ho detto. L’ho sorpreso a spiare il palazzo in cui abitiamo. E’ chiaro che punta su di te, ma, volente o nolente, qui ci abito anch’io, non può ignorarmi.
- Sei matta. E come potrei metterli in comunicazione?
- Una scusa qualsiasi è sufficiente: un tè coi pasticcini, un film con dibattito, un vacanza premio.
-
Sei divertente. Ti fai le canne, qualche volta?
- Neanche per scherzo. Sono un po’ romantica.
- Fausto è sposato: se la moglie venisse a sapere che facciamo le ammucchiate sarebbe capace di spararmi.
- E come lo saprebbe?
- Non conosci le donne: hai presente gli investigatori? C’è il rischio di mettersi nei guai.
- Ester, nella vita mi ha detto sempre male, ma sento che adesso può cambiare tutto. E’ o non è Natale?
- Natale! Balle dei preti. Odio il Natale: mi ricorda il peccato, le suore, le notti disperate per paura dell’inferno.
- A me il Natale fa venire in mente la lettera che trovai da bambina nella cassetta della posta.
- Cosa c’era scritto?
- Parlava di gente che volava e che, dall’alto, poteva vedere tutta la città.
- Era firmata?
- C’era un nome che non riuscivo a decifrare. Da allora ho creduto all’esistenza di persone senza nome che scrivono lettere d’amore; perché l’amore non ha nome, non riesci ad afferrarlo, a tenerlo per te.
- Se è così, perché cerchi d’incastrare Arturo?
- Forse perché spero che, se riuscirò a leggere il suo ultimo romanzo, riuscirò a capire la mia storia, a ricordare cosa c’era scritto, in quella lettera.


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