Come avevo promesso alla mia ragazza, se 21 Jump Street mi fosse piaciuto, mi sarei visto con lei il seguito. E dato che il primo episodio delle avventure degli agenti Schmidt e Jenko mi aveva davvero divertito, sono partito con le migliori intenzioni nella visione di questo sequel. Per dire, non stavo maledicendo Channing Tatum per il fisico che si ritrova - malcelata invidia - ed ero pronto a godermi l'autoironia che aveva dimostrato di saper benissimo gestire, doppiatore a parte. Ma poi diciamolo, i film visto con la ragazza, per quanto beceri, sono sempre qualcosa di magnifico in grado di offuscare il tuo giudizio finale - vedi, insieme allo stress, cosa mi è successo con Transformers 4 - così il mio umore era dei migliori. Insomma, il seguito di un film che ti aveva davvero divertito visto con la tua ragazza... ah, cazzo... è vero... questo film è un sequel. O un seguito, per chi non ama gli inglesismi. Un capitolo due, un proseguo di un'avventura auto-conclusiva che dir si voglia. Insomma, una cosa che non ho mai particolarmente amato e che, tranne nelle saghe, ho sempre ritenuto delle mere operazioni commerciali prive di anima. Una volta concretizzato ciò, la mia propensione alla visione è notevolmente cambiata.
Schmidt e Jenko si ritrovano di nuovo a fare gli agenti sotto copertura, stavolta in un college, dove impazza una droga che permette di stare concentrati al massimo, anche se con effetti disastrosi. Sì, ancora infiltrati e ancora con problemi di identità...
Forse ho un po' esagerato, un sequel non è per forza un punto indietro. Perché ovviamente ci sono stati Il mondo perduto, Kick-ass 2 o Rise of an empire, ma la storia ci ha beato anche di un gran numero di seguiti che erano addirittura superiori al primo capitolo, vedi ad esempio Hellboy: the Golden Army, Spider-man 2, Il cavaliere oscuro e The winter soldier, senza contare che, a mio parere, la saga del maghetto ricchione ha raggiunto il suo punto più alto proprio con Il prigioniero di Azkaban, che perlappunto è un seguito. Inoltre la coppia di registi Lord & Miller era ancora presente, quindi forse c'era ben da sperare nella giusta riuscita di questa pellicola comica. E invece no. Possiamo ben dire che 22 Jump Street è una minestra riscaldata nella quale l'oste ha ben fatto economia di sale e altre spezie, lasciando in bocca un sapore abbastanza vago che finisce per non sapere di nulla. Gran parte della colpa va attribuita a un plot che si limita unicamente ad essere una copia carbone di quanto ci aveva già anticipato il finale del primo film, così il film inizia con un presupposto già conosciuto che gli toglie molto del suo fascino. Il che però non sarebbe necessariamente un male, perché il primo film non brillava per originalità e colpiva per la particolare simpatia dei personaggi,... che qui però ritraggono i medesimi difetti del primo film, solo invertendoli, dando solo un'impressione apparente di guardare qualcosa di nuovo. Perché il guaio non è quello di guardare qualcosa con una trama similare a qualcos'altro, ma di guardare due pellicole uguali raccontate nella stessa maniera. L'infiltrarsi poteva essere un leitmotiv molto accattivante se però porta ogni volta a indagare sue degli aspetti diversi dei personaggi, qui invece la cosa non accade. Certo, si invertono le parti, ma si invertono per dare voce agli stessi turbamenti della pellicola capostipite, qui trattati anche in maniera particolarmente sommaria. Della droga e dei suoi effetti si perde subito il ricordo, Jonah Hill è coinvolto in una liaison amorosa davvero insulsa e che prende il tempo che trova - senza trovare una conclusione a fine pellicola - e le beghe fra i due protagonisti si concludono in una maniera fin troppo frettolosa e insoddisfacente, che danno l'idea di aver visto un film riempito a forza di siparietti inutili. E non posso negare che di qualche intermezzo se ne poteva fare a meno, a favore anche di una maggiore fluidità narrativa che ne beneficiasse il ritmo generale. Purtroppo manco la regia dei due animatori sorprende più di tanto, anzi, in alcuni momenti appare abbastanza incerta e non presenta la rigida compattezza del precursore, lasciando un segno abbastanza vago anche per quanto concerne il profilo tecnico. Resta la speciale alchimia creatasi fra i due attori protagonisti, l'atletico Channing Tatum (a me sorprese la sua performance in Effetti collaterali) e Jonah Hill (che ha avuto pure un breve cammeo in Django Unchained), entrambi molto bravi nei rispettivi ruoli, ma non è abbastanza. Perché non è facile affezionarsi a dei personaggi che non cambiano per nulla e le cui avventure hanno una durata non indifferente per lo spettatore medio. Certo, si ride, ma a denti stretti, con la perenne sensazione che ci sia qualcosa che non va. E se il punto più divertente di tutti sono i titoli di coda, che ironizzano su tutti i sequel possibili e futuri [rivalsa contro i produttori?], allora l'idea di essere stati presi per il culo si fa sempre più forte.
Sicuramente non uno dei film più brutti che ho mai visto e nemmeno uno dei meno divertenti, ma è impossibile vederlo senza pensare a quella divertente e frizzante prima avventura. E resta solo la delusione.Voto: ★★