24 dicembre 1871: il Teatro khediviale dell’Opera del Cairo, in Egitto, vede la prima rappresentazione dell’opera lirica “Aida”, tragedia in quattro atti di Giuseppe Verdi con il libretto di Antonio Ghislanzoni.
A seguito dell’apertura del Canale di Suez, avvenuta nel 1868, Isma’il Pascià, Chedivè d’Egitto, commissionò al compositore Giuseppe Verdi qualcosa che celebrasse l’evento e successivamente, stante il suo rifiuto, per l’inaugurazione del teatro de Il Cairo. La “Aida” venne rappresentata però la prima volta solo il 24 dicembre 1871 al Teatro khediviale dell’Opera del Cairo sotto la direzione di Giovanni Bottesini, ritardo causato dalla guerra franco-prussiana. Il preludio composto per la rappresentazione al Cairo sostituì anche quello pensato da Verdi per la prima italiana, che ebbe luogo al Teatro alla Scala di Milano l’8 febbraio 1872. I primi interpreti furono Antonietta Anastasi Pozzoni (Aida), Pietro Mongini (Radamés), Eleonora Grossi (Amneris).
La trama è nota anche ai non appassionati di opera e talvolta familiare pure ai bambini, grazie al film d’animazione “Aida degli alberi” (Lanterna Magica, 2001, tuttavia solo ispirato alla tragedia omonima). La schiava Aida (soprano), al servizio della principessa egiziana Amneris (mezzosoprano), è in realtà la principessa d’Etiopia e figlia del re Amonasro (baritono), che ha intenzione di invadere l’Egitto per liberarla. La fanciulla è però innamorata, ricambiata, del guerriero egiziano Radamés (tenore), che “torna vincitore” a Tebe dalla battaglia contro gli Etiopi. Tuttavia, anche Amneris è innamorata del guerriero, rivelandosi quindi una pericolosa rivale per Aida, in quanto figlia dello stesso Faraone (basso).
Tra gli Etiopi imprigionati è presente lo stesso Amonasro, che tiene comunque celata la propria identità. Radames chiede al Faraone la liberazione dei prigionieri, ad eccezione di Aida e di Amonasro. Proprio Aida, sotto pressione del padre, si farà riferire da Radamés la posizione dell’esercito egizio, per poi rivelare la propria identità. Questi, accusato di tradimento, si consegna spontaneamente al sommo sacerdote e rinuncia ad affermare la propria innocenza, come Aida stessa lo aveva implorato di fare. Celebre in questa scena è il ripetuto “Discolpati”, azione che, come già accennato, Radamés rifiuta di compiere. La pena per il guerriero è la morte: è condannato ad essere sepolto vivo, nonostante le suppliche di Amneris.
La morte per Radamés non giungerà comunque in solitudine. Aida, di nascosto da chiunque, è riuscita a nascondersi a sua volta nella cripta per essere sepolta viva con l’uomo che ama. In questa scena, il palcoscenico è solitamente diviso in due parti: sotto, Aida e Radamés aspettano la morte, finalmente insieme; nella parte superiore, Amneris piange e prega sopra la tomba dei due amanti.
Tra i brani più celebri dell’opera ci sono sicuramente l’aria “Celeste Aida” (I atto), cantata da Radamés, e la “Marcia trionfale” (atto II) che segna il ritorno vittorioso dell’esercito egizio.
Alcune tra le rappresentazioni più note dell’”Aida” sono quelle svoltesi all’Arena di Verona grazie alla strabiliante scenografia. Tra i tenori che hanno cantato la parte di Radamés sono da ricordare Luciano Pavarotti e Placido Domingo. Nel 1953, Clemente Fracassi diresse una versione cinematografica di “Aida” prodotta dall’Oscar Film con Sophia Loren e Lois Maxwell nei ruoli di Aida e Radamés. Oltre al già citato “Aida degli alberi”, anche la Disney sta lavorando dal 2007 a una trasposizione in live action dell’opera, con Beyoncé Knowles per Aida e Christina Aguilera nel ruolo di Amneris.
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