25 aprile, fiaccolata a Torino.

A Torino il 25 aprile comincia il 24 sera. Il sessantottesimo anniversario della Liberazione si celebra con una fiaccolata che ha fin da subito il sapore di un compleanno amaro. La partecipazione all’evento è numerosa come da ricorrenza, un lungo corteo di piccoli fuochi si snoda da piazza Arbarello fino sotto il palco delle autorità allestito in piazza Castello. Sfilano lungo via Pietro Micca le più grandi sigle sindacali, i partiti (vistoso e poco pudico lo striscione del Pd), i gruppi studenteschi e una moltitudine di “non allineati”.
Qualcuno canta timidamente, altri passeggiano in silenzio immersi nei propri pensieri e nelle proprie celebrazioni personali della fatidica ricorrenza.

Per una volta le strade del centro non assistono ad una manifestazione “contro” ma ad una marcia “in onore di”. In onore di un momento storico fondante della nostra democrazia, un vecchio zio che ogni anno ci fa piacere salutare. Un omaggio che ogni anno di più assume un carattere rigidamente formale: i discorsi delle organizzazioni, le parole trite e ritrite di chi sul palco rappresenta le istituzioni che la piazza in questi giorni tanto contesta. Triste constatare come, nonostante i cittadini non abbiano fatto mancare la loro presenza, sia l’entusiasmo ad essere venuto meno. Il 25 aprile sembra essersi trasformato in una pura formalità, in un compito da portare a termine con diligenza ogni anno, come dimostra la passione sbandierata dal sindaco Fassino questa sera.

L’augurio, nonostante tutto, è che pur essendo noi di fatto “indegni” di celebrare il 25 aprile avendo lo stato tradito lo spirito originario della resistenza, possiamo ritrovare quella fiammella di orgoglio e di gratitudine che albergava nel cuore di chi la Liberazione l’ha vissuta sulla propria pelle e l’ha pagata talvolta con la vita stessa. Fiammella che sempre più negli anni va affievolendosi e, soffocata dalla crisi economica e dalla voragine aperta da tempo immemore tra politica e cittadini, rischia di spegnersi. A tutti i nostri lettori, buon 25 aprile.

Articolo di Jacopo Calzi e Matteo Fontanone.