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26 Antefatti – Una signora perbene 1677

Da Blanquita @Blanquita

Campagna di Port Royal, giugno 1677 Sir Henry Morgan aveva acquistato una piantagione di canna da zucchero e da mesi aveva incaricato gli operai di migliorare la struttura della casa, per farne la propria residenza. Ora che i lavori erano ultimati, intendeva inaugurare la dimora con tre giorni di festa e per questo motivo, le famiglie più in vista della Giamaica si erano trasferite nell’interno dell'isola. Cate Sinclair, al seguito della signora Garth, era rimasta incantata dalla magnificenza della villa e dalla bellezza del giardino. Era un peccato che Eve Richter non avesse potuto seguirla, ma Salvador, ormai a capo dei domestici di casa, aveva stabilito che la Rossa era troppo appariscente e sguaiata, per intervenire a un avvenimento tanto elegante. Stendendosi sul sofà, Cate sospirò, sentendosi in cuor suo privilegiata. Proprio in quel momento, la signora Garth, che avrebbe dovuto essere con le altre signore nella veranda, aprì la porta parlando con affanno: -Vai nelle cucine, fatti dare un cesto per raccogliere la frutta, svelta!- Cate eseguì l’ordine, sentendosi confusa: ci mancava solo di dover sgobbare anche a casa di Morgan! Quando uscì in giardino dalla porta sul retro, Blanca la raggiunse, allacciandosi un cappellino sul mento. -Che cosa fate? Vado io!-, la rimproverò Catherine d’istinto, ma la padrona la precedette sul sentiero. Oltrepassati gli orti, Blanca sollevò le gonne, precipitandosi attraverso il fogliame sempre più fitto e Catherine la seguì, sperando che nessuno le vedesse in un atteggiamento tanto indecoroso. Il giardino curvava dolcemente e, anche se il sentiero si allargava, attorno alla collinetta la vegetazione diventava più fitta. Se non fosse stato per le panchine poste strategicamente all’ombra, poteva sembrare un luogo selvaggio. D’improvviso un albero maestoso e carico di frutti occupò la visuale di Catherine Sinclair che, sempre più sbalordita, guardò Blanca infilarsi fra i rami simili a quinte, che racchiudevano il fusto scuro. -Avvicinati!-, la incitò poi dal nascondiglio, già impegnata a raccogliere le bacche scure che macchiavano le mani di color vinaccia. Come incantata Cate assaggiò un frutto succoso e la sua dolcezza esplose fresca nella sua bocca: sapeva d’infanzia, aveva il gusto del proibito e del ricordo di Larry Stutley, il suo segreto… In silenzio presero a riempire il cesto, a ogni scossa i rami facevano piovere le bacche mature e pronte, squisite per gelatine e marmellate. Come bambine felici assaggiavano quelle delizie, sorridendo indicavano i rami più carichi, allargavano le gonne per raccogliere i frutti profumati e caldi di sole, accompagnate dal canto di uccellini, grilli e cicale. Erano completamente perse, prive di obblighi e convenzioni, in quel pomeriggio assolato. A un tratto l’idillio fu disturbato da voci concitate. Aprendo con noncuranza le fronde verdi, una ragazza cercò riparo sotto le frasche dell’albero. Le tre donne si guardarono, interdette, e Cate riconobbe la domestica che aveva servito la colazione, una ragazzina mulatta dagli occhi svelti e allegri. Intuendo ciò che stava per accadere si mosse per cacciarla, ma Salvador fece la sua comparsa, con i pantaloni calati e chiare intenzioni verso la cameriera. Atterriti, tutti si squadrarono. Cate non avrebbe mai dimenticato lo sgranare degli occhi di Blanca Garth, davanti alla mercanzia esposta dall’uomo. Si vedeva che Salvador avrebbe pianto per la vergogna. Parandosi davanti alla padrona, Catherine fece segno ai due amanti di scappare, e mentre il cuore le batteva forte per lo sdegno e la tranquillità rovinata dagli intrusi, udì la sua signora scoppiare a ridere. Era una risata ricca, gorgogliante e contagiosa, qualcosa di assolutamente impensabile in società e, suo malgrado, Cate si ritrovò a farle eco, ripensando che era proprio per la mancanza di decoro, che Salvador aveva suggerito di non portare la Rossa Eve in campagna! Si osservarono, fra le lacrime di divertimento, con i visi macchiati di viola e le mani impresentabili, e Catherine considerò che la signora Garth fosse proprio come lei, in fondo, e fu una bellissima rivelazione, scoprire che il velo che le divideva fosse sottilissimo. Aveva fatto bene a entrare in servizio dai Garth, non se ne pentiva per niente. 31 maggio 2011 More.di.Gelso.BlancaeCate More.di.Gelso.BlancaeCate  

Pubblicato da blanca.mackenzie | Commenti (17) Tag: una signora perbene 1672 - 1677
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