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30. Veramente

Creato il 28 febbraio 2011 da Fabry2010
30. Veramente

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Gli sguardi di Viola e Medardo s’incontrano nel viale degli olmi e riflettono il verde e il giallo delle piante, gli sprazzi d’azzurro che si affacciano tra ramo e ramo a rivendicare i diritti del cielo sulla terra, la morale secolare, segno di progresso, ma ora così fragile da ridursi a foglia rinsecchita che precipita al suolo volteggiando, e andando a intrecciare un tappeto morbido e umidiccio sul quale i passi producono un rumore imbarazzante. La strada alberata è la rettitudine di un procedere senza deviazioni, incurante del prato che si offre coi fili d’erba rasa, i cespugli esplosi all’improvviso tra olmo e olmo, simili a richiami per chi desidera celarsi alla vista della gente, l’ombra che accoglie gli impulsi inconfessabili, l’istinto che li spinge a seguire la scintilla scoccata da uno sguardo che non riesce più a distogliersi. Viola e Medardo non ricordano romanzi che parlino di posti come questo, e se anche fosse, non sarebbe proprio qui, sfuggirebbe alla morsa del già scritto, del già catalogato, la trappola in agguato ogni volta che l’autore ripete un copione conosciuto, avverte di non essere più libero, e le frasi, le immagini, le scene, si dirigono dritte verso una prigione, rassegnate a non scartare, a non uscire dalla linea predisposta, come loro, adesso, con le mani che inseguono l’ignoto, la carezza che indugia sulla guancia, le braccia strette lungo i fianchi, il movimento lento che accompagna fuori del sentiero, l’accovacciarsi che in realtà è un precipitare verso il basso, il manto erboso che si muta in talamo, il cespuglio che si offre come alcova, lo sprazzo azzurro che svanisce del tutto all’orizzonte, fatto di terra, foglie, rantoli e sospiri, ora che l’uomo e la donna sfuggono alla memoria dei racconti, eludono l’elenco delle trame in cui sembra inchiodato ogni destino tranne il loro, travolto dalla gioia del mai accaduto, dall’euforia del nuovo, dalla passione di ciò che non è stato mai tradotto nella fila triste di frasi, virgole, spazi, dall’assedio del passato che insidia ogni anelito umano a una vita vissuta veramente.



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