Il 4 gennaio di 23 anni fa venivano uccisi, mentre erano in giro di pattuglia nel quartiere del Pilastro, i tre carabinieri Otello stefanini, Mauro Mitilini e Andrea Moneta. Fu chiamata, la strage del Pilastro. Chi furono i responsabili della strage? Dopo anni di indagini, si arrivò al processo contro la banda diAntonio Medda, composta da malavitosi locali: il processo, e tutte le prove raccolte, furono cestinate dopo che, di quella strage, si autoaccusarono i fratelli Savi. I componenti della famigerata banda della Uno Bianca. Forse sono stati loro. O forse no (come sostiene il pm Giovanni Spinosa). Di certo non è chiaro il motivo di quelle morti. Cosa avevano visto, nel loro giro, i tre carabinieri, che non dovevano vedere? Otello, Mauro e Andrea sono tre “divise forate” che Alessandro Placidi ha ricordato nel suo libro, sugli uomini in divisa morti in servizio.
Sandro, un poliziotto che oggi è assegnato a Palazzo Chigi e, all'epoca, montava in Piazza della Minerva, ricorda bene quel ragazzo sempre allegro e sorridente al quale gli agenti domandavano qualche favore quando capitava che tornasse un po' più tardi a casa, dopo una serata trascorsa con gli amici o qualche ragazza: magari solo un pezzo di pizza per alleviare la noia dei lunghi turni di guardia. Festeggiati i diciotto anni e superata la visita di leva, Andrea fa subito domanda. Anzi, ne fa due, una indirizzata alla polizia, l'altra ai carabinieri. Lo scelgono questi ultimi e il giovane viene arruolato. E con i primi stipendi acquista pure la macchina, una Polo di colore blu.Questo era Andrea.Ha le idee chiare il ragazzo, si arruola nei carabinieri partendo prima di fare il servizio di leva e diventa subito effettivo. Ha un animo sensibile e un fisico snello e atletico, distribuito lungo un metro e novanta di altezza. Gli piacciono gli animali, soprattutto i cani, anche se a casa c'è una gatta siamese che vivrà quasi vent'anni.Quando Alessandro parte per il servizio militare, Otello che è già carabiniere, prende la macchina e si spinge fino ad Udine per vedere come se la passa il fratello e se in caserma ci sono episodi di nonnismo. Trascorre un po' di tempo con lui e, quando ha la conferma che è tutto a posto, riprende la macchina e torna a Roma. Questo era Otello.Sempre in tema, “L'Italia della uno bianca” di Giovanni Spinosa
Prima di presentare domanda ai carabinieri, che lo arruolano nel 1990, appena ventunenne, e lo inviano al campo di addestramento a Campobasso, fa anche il muratore. C'è la sua mano in alcune rifiniture della nuova casa. Del resto, Mauro è quello che da parenti e amici viene definito il classico ragazzo d'oro, senza grilli per la testa. Sta bene in compagnia degli amici e della sua fidanzatina e pensa a costruirsi un futuro solido.Questo era Mauro.Divise forate pagina 151, 152 e 153.