Pubblicato da lapoesiaelospirito su febbraio 14, 2012
di Anonimo
1
questo sorso di loto, il sonnifero
per non dormire, l’olio sulla pelle,
il riposo: presenti. e l’uomo esce
dal fodero di carne troppo umida
che non è pace, non dà più la pace
e si sogna. in un fremito, restare
la mente intera, qui la forza cresce
forse, al resto infelice non si pensa.
2
è nato chi dispone come il piccolo
le mani sulla pancia della mamma
nuova e la Libia della sua Sibilla
canta il re nato, e allora come va?
va bene. ho maledetto l’ENFASI. il caduto
rimane disadorno, la sua morte è
il cancro o la notizia (il grande mutismo
grosso) che forse non si passa, che forse non si cresce.
3
DOVE SONO le seduzioni? i
giovani, giovanissimi della via
Balbi, il giorno diciotto maggio,
il ventitre maggio dopo le seduzioni
lunghe, il trentuno quando chi non sa
dice, per sé: io non starò più sulla terra, cadrò
come una pianta. tu sei ingenuo, e non ti lascia mai il grande nodo
personale, l’educazione maestra a non vivere.
4
mi ricordo la soeur, non voglio
ricordarla. la sua nascita era
dopo la notte, nel cibo che si mangia,
nel grazie, difendere la malattia
del cibo, mangiare a caso, male. quasi
cento volte, derivando dall’alto,
discendendo molto, a caso, male sporcando
senza ragione il pelo chiaro, e poi no.