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44 Antefatti – Ordini e permessi, 1681

Da Blanquita @Blanquita

Fort Charles, Port Royal, gennaio 1681 Dopo essersi rifugiata nelle campagne non troppo distanti alla villa di sir Morgan, Catherine Sinclair era tornata a Port Royal e, incontrandosi con Eve Richter, aveva scoperto che nessuno dava loro la caccia. L’idea di Cate era di raggiungere sua sorella Jane, che viveva nei dintorni di Manteca Bay, ma sapendo che la signora Garth si trovava in carcere da sola, posticipò la sua partenza. Armandosi di coraggio, raggiunse la villa dell’ammiraglio Edwards, che non visitava dal giorno dell’arresto, e andò a chiedergli il permesso per fare visita a Blanca, che di sicuro aveva bisogno di soldi, vestiti e generi di prima necessità. L’ammiraglio la fece accomodare come se fosse una gran signora, Cate notò che aveva l’aria preoccupata e la fronte ampia mostrava molte più rughe dell'ottobre precedente. Rachel, la moglie dell’ufficiale, versò del tè aromatico, mentre Benjamin Edwards spiegava: -Mi dispiace, ma non ho accesso alle celle, per ordine del governatore. Sir Morgan l’ha convinto che tenterei di tutto per farla fuggire. Comunque ho pagato gente fidata, perché le sia riservato un trattamento dignitoso. So per certo che non le è stata fatta violenza, anche se posso immaginare che ciò che avete vissuto sulla nave pirata farebbe impallidire chiunque!- Cate, che stava bevendo, a momenti si strozzò con la bevanda e annuì, senza parlare, perché era poco brava a mentire. Naturalmente per la società giamaicana i loro mesi a bordo dell’Ibisco d’Oro dovevano essere stati tremendi, anche perché avevano finto d’essere state rapite e costrette a chissà quali azioni… Catherine ringraziò il cielo che la Rossa non fosse presente e sospirò con finta mestizia, sotto lo sguardo compassionevole del vecchio ammiraglio. Così Blanca si trovava nei sotterranei di Fort Charles, guardata a vista dagli scagnozzi di Morgan, e lei dubitava che l’influenza di Edwards le avesse evitato le percosse... non c’era tempo da perdere, la sua signora aveva bisogno di lei! Dopo il tè, raggiunse il forte. Chiese il permesso di entrare ma le guardie incrociarono le baionette: -Non è possibile, senza permesso, la Gatta non può avere visite. -, le dissero. Senza scomporsi Catherine percorse a piedi Queen Street  dove, come ogni sera, le ragazze del Sella di Seta passeggiavano, in cerca di clienti. La Bionda, loro vecchia compagna, chiese loro del vecchiaccio e quelle, facendola entrare nel bordello dalla porta di servizio, la scortarono da sir Morgan, che stava cenando in compagnia di Molly e Patricia. Il maledetto s’interruppe, squadrandola: -Bionda, sei tornata a battere? Non mi era stato detto!- Cate non si mosse: -Voglio un lasciapassare, per incontrare la  signora.- Lui rise e prese tempo, tracannando il vino: -Ci sono signore, qui?- -Sapete a chi mi riferisco.- -Certo che lo so! Certo che ti darò un lasciapassare, ma prima pensavo di farti partecipare alla festa. Se sarai gentile con me, può darsi che firmi una letterina per …- -Prima la lettera! Poi farò ciò che volete!-, gli ordinò, sentendosi quanto mai coraggiosa. Lui alzò le sopracciglia, pulendosi le dita unte nella giacca di broccato: -Non è questo il tono con cui puoi chiedere favori.- -Voglio quel permesso!- A un gesto dell'ex-pirata, Molly si alzò e prese l’occorrente per scrivere, mentre Morgan e Cate si fronteggiavano. Se c’era una cosa che la Bionda aveva imparato bene, con Blanca Mackenzie, era quella di non abbassare mai più  il capo. Non era più la ragazzina di un tempo, Cate Sinclair conosceva la dignità, adesso! Lui spostò il piatto, rovesciando tutto sul tavolo, e vergò velocemente due righe, alle quali appose la firma. Cate non sapeva leggere, non poteva immaginare se quel documento avesse valore, ma di certo era necessario un sigillo in ceralacca. Lo fece presente e Morgan sogghignò, chiedendo di portargli il necessario. -La pagherai, Sinclair.- In quel mentre irruppero dei soldati: - Presto, sir Morgan, il governatore vi ha mandato a chiamare! La nave di Hudson è stata intercettata verso Punta Forca. Modyford vi vuole immediatamente!- Bestemmiando, Morgan si alzò a fatica, dimentico di qualsiasi festino, e raccolte le armi, uscì in fretta, allacciando i pantaloni. Nel trambusto Catherine s’impossessò del lasciapassare e con quello stretto in pugno, tornò a casa. Il mattino seguente, accompagnata da Salvador, si era nuovamente presentata al forte. Le guardie accettarono il permesso firmato da Sir Morgan e introdussero lei e il domestico nel cortile della caserma. Qualcuno si allontanò per scortare la prigioniera, mentre Cate e Salvador erano fatti accomodare in uno stanzone al pianterreno, presidiato come un tesoro. Sedettero. La Bionda aveva il cuore in gola e Salvador non parlava, stringendo tra le dita brune la falda del cappello. Cate sapeva che era preoccupato per Blanca, all’oscuro anche lui dei piani. Si chiese se dovesse renderlo partecipe della verità, ma per ogni decisione doveva discuterne con la signora. Agitazione e paura, entusiasmo e angoscia, non le permettevano di stare ferma, si guardava attorno nervosa, facendo ballare le gambe sotto l’ampia gonna. L’attesa parve interminabile e quando finalmente il giovane ufficiale tornò, oscurando la luce nel vano della porta, Catherine si accorse che era solo. -Desolato, miss Sinclair. La signora Garth si rifiuta d’incontrarvi.-, le spiegò, soggiungendo sottovoce: -Dice che è per il vostro bene…- Catherine aprì la bocca per ribattere in modo colorito ma Salvador le posò la mano sul braccio: -Meglio non contraddire gli ordini.-, le spiegò brevemente. Il soldato si scostò per lasciarli passare e Cate abbassò gli occhi e strinse forte le labbra, per impedirsi di piangere.    06 maggio 2011 44 Antefatti – Ordini e permessi, 1681 Kate Winslet in Ragione e Sentimento foto dal web

Pubblicato da blanca.mackenzie | Commenti (1) Tag: prigionia 1680 - 1681
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