Se ne fa un gran parlare in questi giorni e se ne parla pure qui. Questo è un blog che non si lascia condizionare dai temi in voga, come oramai è chiaro a tutti. Autocritica (ironica) a parte, si parla del Movimento 5 stelle e di Beppe Grillo. Si parla della categoria dell’antipolitica, per come la definiscono quelli che credono di essere la maggioranza spirituale del paese. I grandi media, tutte le tv, il Corriere della sera, La Repubblica, i politici in coro, gli opinionisti che hanno fatto il ’68 e il ’77 e che ora pubblicano con Mondadori e rinnovano ogni anno Mediaset premium per guardare la Serie A e le repliche di Lost.
Il Movimento 5 stelle è per lo più percepito dai grandi pensatori italici solo come un movimento di protesta e quindi come tutti i movimenti di protesta è direzionato contro qualcosa ed è ovvio che questo qualcosa (i politici e i così detti poteri forti) cerchino di affossarlo. Quindi nasce l’idea del movimento dell’antipolitica, una categoria inesistente, come buona parte delle categorizzazioni partorite negli studi di Porta a Porta o dagli spin doctor nostrani. Visto che è Inutile cercare di spiegare a queste menti elette che la protesta è l’opposto dell’antipolitica, ecco cinque validi motivi che dimostrano innanzitutto che il movimento fondato Grillo non è questa roba, questa antipolitica, e che poi ci chiariscono che i 5 stelle sono soprattutto una forza di proposta.
Il programma politico, andatevelo a leggere, legato a questioni reali e concrete. Una proposta completa di cambiamento della qualità della vita delle persone e non pippaggi vari sul rapporto corretto tra Parlamento e Magistratura.
La cittadinanza attiva. Il movimento promuove una politica legata alla partecipazione diretta dei cittadini, che diventano, nella prassi proposta dai 5 stelle, non più donatori di voti o spettatori critici, ma promotori di idee, azioni concrete , leggi.
La comunicazione. Il Movimento 5 stelle è nato nel web , web inteso non come vetrina dei bei zigomi truccati di Rutelli o dei socialismi sanitari di Vendola. Il movimento è il web come legame tra persone, le quali ognuno da se cerca di agire per tutti, in una dialettica dove si valorizza un’ intelligenza collettiva e non un’ intelligenza (quella presunta dei nostri politici) al servizio della collettività. I partiti pensano alla comunicazione come a un flusso unidirezionale e unidirezionato. Gli elettori sono i fruitori silenti delle bellezze esposte; questo schema è vecchio, andato e ciò segna la sconfitta oramai inevitabile di questa generazione di politici e comunicatori.
Il contatto diretto con la gente, con la vita reale. Posto che il web non è il paese delle meraviglie, ma uno spazio dove interagiscono cervelli veri fatti di neuroni veri, resta il fatto che non è l’unico canale che i 5 stelle utilizzano per parlare con i cittadini. Il contatto diretto del movimento con gli elettori ricorda un modo di far politica che la mia generazione non ha ancora conosciuto. Questo perché chi fa parte dei 5 stelle sono persone abituate a vivere tra la gente, persone che prendono autobus e fanno la spesa e non giacche e cravatte parlamentari che una volta l’anno girano per sagre come rock star de noartri per raccogliere voti.
Bella gente. C’è poco da dire questi sembrano davvero perbene, hanno belle facce, vestono come noi, parlano come noi, non mettono matita agli occhi o fondotinta, non si rifanno tette, zigomi e attaccatura dei capelli, sudano, magnano, ridono, si pagano da soli il conto del dentista, non usano la parola sobrio o la parola equità o la parola giustizialismo. Insomma questi 5 stelle promettono bene, e visto che oggi sono in Friuli dico: sperem.