Fort Charles, Port Royal, 1672 Catherine Sinclair era una ragazzina timida, a tredici anni si sforzava di apparire spavalda come la Rossa, ma poi la rigida educazione le impediva di alzare la testa e mostrare il suo lato più ribelle. Cate aveva una personalità da maschiaccio, ma quella bellezza di porcellana le precludeva le sue attività preferite quali il tiro con la fionda, la corsa a perdifiato fino alle spiagge, e la lotta per la supremazia. A sua differenza, la Rossa se ne fregava della decenza e alzava le gonne senza problemi, per scavalcare steccati e muretti, e non le importava delle risatine sciocche di Matt e gli altri, ma Cate aveva un fratello che la controllava ed era sempre costretta ad aggirare gli ostacoli, invece di affrontarli di petto, perché così facevano le femmine, soprattutto se carine. Catherine però adorava il coraggio della Rossa, per questo motivo seguiva la ragazzina di un anno più grande, ovunque andasse. Da lei aveva scoperto i veri segreti del boudoir, termine insegnatole da Alphonsine, la sguattera zoppa della Locanda del Rospo Reale. A essere sincera, Alphonsine le aveva fornito delle informazioni incomplete, riguardo a ciò che facevano uomini e donne all’interno del postribolo, ma per fortuna Eve Richter le aveva aperto gli occhi. Era accaduto tutto quando Alphonsine le aveva raccontato come si accoppiassero gli uomini con le donne e Cate, sconvolta, ne aveva discusso immediatamente con Eve Richter, che solitamente ne sapeva di più su tutto. Ridendo come una matta, la Rossa le aveva risposto che era davvero improbabile che bastasse baciare a bocca aperta un uomo, per diventar donne, perché a lei l’avevano già baciata in tanti e il seno non l’era ancora cresciuto! Catherine Sinclair era rimasta tormentata, da quella dichiarazione, perché evidentemente quella Alphonsine aveva avuto informazioni sbagliate, inoltre, dopo tanto parlarne, era curiosa di scoprire cosa fosse poi un bacio, uno vero. Eve si era offerta di farle provare la cosa ma Catherine non aveva alcuna intenzione di baciare una ragazza! Era timida ma non sciocca e aveva già ricevuto diverse dichiarazioni, dai giovani mozzi che approdavano a Port Royal e dalle guardie di ronda al forte, e anche da qualche adulto, a essere sincera… senza troppo cercare, un ragazzo da baciare l’avrebbe trovato di certo, ma lo voleva carino! Un pomeriggio, dopo aver portato il pranzo al fratello che lavorava vicino al forte, Catherine si ritrovò da sola sulla via del molo. Incuriosita dalle belle navi ormeggiate, La ragazzina rallentò il passo, ammirando le figure dei marinai arrampicati sul sartiame, meravigliandosi del loro equilibrio. Qualcuno le fischiò, altri chiamarono, ma Cate era stata istruita a dovere e, dando le spalle alle navi si avviò con risolutezza nel senso opposto a Queen Street, diretta da Jane, ragionando sul ricamo che aveva cominciato la sera prima. Ricamare era la cosa che le piaceva più di tutte e la mamma aveva detto che, mostrando buona volontà, la miglior sarta di Port Royal l’avrebbe assunta alla fine del mese. Svoltato l’angolo, la figura variopinta di una signora attirò il suo sguardo e gli occhi limpidi della piccola Sinclair passarono in rassegna la forestiera coperta di stracci che sedeva solitaria su un vecchio baule, all’ombra dei magazzini del porto. Dimenticando tutti i suoi progetti, Cate esitò, col cuore in tumulto e un gran desiderio di correre, per passare il più velocemente possibile davanti alla signora. Aveva ascoltato troppi racconti paurosi, per non essere terrorizzata dalla figura di quella vecchia, e il passo di Cate rallentò fino a fermarsi. In quell’attimo la donna si voltò dalla sua parte e aveva gli occhi neri e lucenti come quelli di una strega, sembrava in tutto e per tutto una fattucchiera, e anche se le sorrideva, la ragazzina si sentì morire di spavento! Inchiodata al terreno dalla paura, Catherine fissò la faccia rugosa stendersi in una specie di sorriso dai denti radi, mentre la strega allungava la mano verso di lei, gracchiando un grazie con uno strano accento esotico. Cate sentì contorcersi le viscere, un doloroso nodo le strinse lo stomaco, mentre la fronte s’imperlava. Stentò a trattenere un grido, mentre la mente come impazzita le ordinava di voltarsi e scappare a gambe levate e, in effetti, indietreggiò incerta, come se le gambe fossero pesantissime, ma si sentì apostrofare, alle spalle: -Attenta signorina!- Con un sussulto Catherine si voltò, e si trovò davanti a un ragazzo scuro come uno zingaro che reggeva una ciotola colma d’acqua. Il ragazzo si fermò di colpo, l’acqua tracimò e alcune gocce caddero sul braccio di Cate, erano ghiacciate ma lei non se ne curò. -Scusate!- disse il ragazzo, e Cate si ritrovò a fissare due occhi scuri come quelli della donna, orlati di ciglia lunghe, caldi come il caffè e altrettanto invitanti. Il viso magro e abbronzato del ragazzo perse ogni espressione, fissandola con la stessa adorazione con cui tutti la guardavano, ma questa volta anche la bella Cate rimase incantata. Lo sguardo della ragazzina percorse quel volto liscio, si soffermò sulla bocca dolce, notò il naso un po’ pronunciato e la fronte larga, incorniciata da quei morbidi ricci scuri da perderci la testa. Immediatamente Cate si rammentò di un agnellino scuro che era nato in campagna, di come l’avesse accudito e curato, fingendo che fosse una bambola, appena l’anno prima. Quello sconosciuto le faceva lo stesso identico effetto, desiderava proteggerlo e coccolarlo ed era un sentimento del tutto nuovo per lei. Quell’attimo di contemplazione reciproca durò un istante che le parve eterno, poi la Bionda si riscosse e, dimentica di tutti i suoi progetti, scappò ripercorrendo la via, decisa a cambiare strada, per tornare a casa. Sentiva le guance in fiamme e la gola riarsa e, passando davanti alla fontana dove lui aveva preso l’acqua, Catherine si fermò per bere, ma prima si voltò a guardare indietro. Lui aveva raggiunto la vecchia donna e le aveva dato la ciotola e ora stava in piedi vicino al baule e la guardava. Cate bevve e si asciugò la bocca col dorso della mano, senza staccare gli occhi da quella figura magra vestita miseramente, poi l’emozione le fece venire la ridarella e, senza nuovamente voltarsi, sparì dietro l’angolo verso Queen Street. foto dal web
Pubblicato da blanca.mackenzie | Commenti (1) Tag: comprimariMagazine Libri
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