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Gesù nacque a Betlemme di Giudea al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: «Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la Sua stella, e siamo venuti per adorarLo». Seguendo la luce trovarono il Salvatore e gli offrirono oro, che è il metallo più prezioso simbolo di regalità, incenso che è un profumo che si brucia in onore di Dio e mirra un balsamo simbolo della passione di Cristo che darà la vita per l’umanità … Matteo 2,1-12
Ieri pomeriggio, gli abitanti di un quartiere, di una città, di una Marca, quella Trevigiana si sono incontrati per condividere un momento di grande tradizione.
L'arrivo dei Re Magi alla capanna di Betlemme.
Un angelo, una stella cometa a guidare il loro cammino fino al Bambino Gesù.
Tutto questo, sulle mura della città medievale, una città che ha sempre creduto nelle feste tradizionali. Dall'arrivo della vecchia befana, ai panevin sparsi per l'intera marca, al cammino dei Magi contornati da un vero e proprio presepe vivente.
Un presepe fatto di figuranti in abiti contadini e più di mille visitatori felici di prendere parte per un giorno a qualcosa di bello, di coinvolgente, di semplice, di vero.
Una manifestazione alla sua terza edizione, un momento di fede e di convivialità.
"Una giornata diversa", diceva qualcuno.
"Un momento di grande tradizione" dicevano in tanti.
Leggere negli occhi degli anziani, la commozione e l'orgoglio.
Guardare i bambini felici per aver fatto un giretto sul cavallino.
E i piccolissimi entusiasti per aver visto la vecchia befana con tanto di scopa e scarpe rotte.
Brindare all'Amicizia con vin brulè caldo e profumato.
Assaggiare la pinza tradizionale trevigiana.
Essere avvolti da canti di figuranti e suoni di cornamusa.
Sentire il sole caldo e l'atmosfera che scaldavano i cuori.
Vedere attorno a sè serenità, volti felici, allegri.
Ed è proprio questo lo spirito delle due associazioni che hanno voluto questo evento e del comune che ci ha creduto fortemente.
Far rivivere le tradizioni e soprattutto quelle locali.
Tradizioni profane come la vecchia befana che regalava calze piene di dolcetti e caramelle ai più piccini.
Tradizioni sacre, con la processione dei Magi guidati dalla Stella fino alla capanna.
Tradizioni gastronomiche con polenta cotta come nà volta, sul fuoco, nel paiolo di rame. Con la pinsa, un dolce di origine contadina a base di farina gialla e bianca e ricca di frutta secca. Con i formaggi del Piave e le soppresse. Con il Vin brulè fumante. Con il panettone, simbolo delle feste invernali. E le ciambelle al profumo d'arancia.
Tradizioni contadine con la riproduzione originale del Cortio trevisan: le casette in legno e il cortile con animali di ogni genere: galline, asini, pecore e cavalli, che i più piccoli hanno gradito moltissimo.
Tradizioni da imparare, con un maestro artigiano che lavorava il legno in modo sapiente.
Tradizioni, leggende, storie, momenti che le Associazioni (il "Quartiere" e "Amici del Cavallo della Marca trivigiana") vogliono conservare, tramandare, far conoscere, far assaporare anche solo per poche ore a chi ha voglia di ricordare con coinvolgimento e a chi ha voglia di viverle per la prima volta con entusiasmo.
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