
Ora quella Sicilia politicamente (forse) non c'è più, ma non per eventuali meriti del centrosinistra, quanto per le acrobazie, i trasformismi e i ribaltoni della sterminata galassia della destra siciliana. La verità l'ha detta Angelino Alfano nove mesi fa, prima di diventare il segretario politico del Pdl, ma già ben consapevole del suo ruolo. Alfano ammoniva che "la maggioranza dei siciliani resta di centrodestra". E non gli si può dare torto. Sono le elezioni a confermarlo. Solo che è cambiato il centrodestra. Frammentato, spaccato, l'un contro l'altro armati.
Spesso si sente ripetere banalmente che la Sicilia è un laboratorio politico: non si può negare in effetti che la Trinacria inauguri fenomeni e tendenze che poi trovano (più o meno) fortuna anche a Roma. Vero che Futuro e Libertà è sostanzialmente Gianfranco Fini, ma tra i nomi di spicco ci sono i falchi siciliani Fabio Granata e Carmelo Briguglio.
Ed è qui che volevo arrivare. Lasciando perdere le complicate e a volte inspiegabili geometrie dei palazzi palermitani, stavo notando in questi giorni che tra i tanti, veri o presunti, ex fedelissimi che stanno (starebbero) abbandonando Berlusconi, i siciliani fanno la loro bella figura.
Si va dalle ex colombe di Fli Adolfo Urso e Pippo Scalia, che hanno lasciato il gruppo finiano per il misto, hanno dato la loro fiducia l'ultima volta ma ora sembrano insofferenti. Poi c'è il battitore libero Domenico "Mimmo" Scilipoti che, sempre parlando di sé in terza persona, non esclude sorprese. Figurarsi.
Il nuovo approdo dei delusi del Pdl sembrerebbe essere l'Udc. Eppure dai centristi fuoriusciti che facevano capo al ministro Saverio Romano (e ancora prima a Totò Cuffaro) arrivò alla maggioranza la stampella salvifica del Pid. Quel partito-movimento però ha perso per strada pezzi importanti come Calogero Mannino, e ora Pippo Gianni non garantisce nulla sulla fiducia al governo.

I nomi sarebbero ancora tanti, soprattutto se si va ad analizzare cosa succede nelle singole realtà locali, nelle amministrazioni e nei circoli di partito in Sicilia. Quasi tutto sembra muoversi in quel variegato magma che è il centro cattolico, nella migliore tradizione della Sicilia come feudo democristiano (ex-, post-, neo-).

Avevo nove anni quando vidi il primo comizio della mia vita: 1992, Achille Occhetto a Modica. Il cerchio si chiude?