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68. Vetrine

Creato il 11 febbraio 2012 da Fabry2010

Pubblicato da fabrizio centofanti su febbraio 11, 2012

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Verso dove state correndo disperati? La gente, ai tavolini, vi guarda come foste marziani. Lanci occhiate rapide alle vetrine dei negozi, ti soffermi per un attimo su una pizzeria dalla tenda tutta rossa, come i ricci di cui sei andata sempre fiera, ma che razza di pizze fanno qui? Sembrano crostate. Arturo ha ancora il casco sulla testa, s’immagina inseguito da un elicottero della polizia tedesca, per questo devia di scatto trascinando per la mano la giovane che si lascia sfuggire un grido soffocato, nella piazza piena di cabine telefoniche, due ragazze con il passeggino si fermano impaurite, togliti il casco! è vero, devo essere scemo, Marius mi ha fatto perdere ogni logica, s’infilano in un marciapiede  adiacente a un palazzo d’altri tempi – l’anagrafe, l’università? -, dove andiamo? corri, risparmiamo il fiato, sì, ma dobbiamo pur decidere, Gilda legge le insegne degli esercizi commerciali, non sa nulla di tedesco, un semaforo, le strisce, fermati, è rosso! pensa di trovarsi dentro un videogioco: e se fosse così, se qualcuno li avesse costretti a esserne i protagonisti sempre in pericolo di vita? Sarebbe tutto chiaro: i tentativi goffi, la busta dei giocattoli, le rapine di Arturo, l’uomo dal soprabito e la sciarpa, la ricerca di un altro personaggio, il mendicante – scrittore, un videogioco sul romanzo, per mostrare come si formi a poco a poco, quali trucchi spingano il lettore in direzioni sempre nuove, fino a perdersi e chiedersi se ciò che legge non sia che il canovaccio di un prodotto dei colossi informatici mondiali o se Gilda e Arturo stiano realmente correndo nella strada berlinese che s’impiglia in parcheggi per bici, in sottopassi della metro, in aiuole abbandonate da cui spuntano cespugli spelacchiati di margherite bianche, insomma, dove andiamo? non so, proviamo a infilarci in un negozio, ecco, quel bar dalle tende blumarino, no, c’è un uomo che sembra un vigilante, il rivenditore di Tv! potrebbero riprenderci, a Gilda pare d’impazzire, il giocatore spinge sui pulsanti, col sorriso sulle labbra, gli occhi che inseguono vetrine, marciapiedi, un bambino che esce dal portone nel momento in cui accelerano per sparire in un pub con la bandiera irlandese sulla porta.


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