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74. Così lontani, così vicini.

Creato il 19 luglio 2011 da Fabry2010
74. Così lontani, così vicini.

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Lo chiamano Monte delle Beatitudini: un prato verde curato nei dettagli, palme, querce, sicomori circondano il tempio intorno al quale corrono arcate bianche che sostengono lo slancio della cupola più scura. La vista migliore è dall’alto, di fronte all’ingresso principale, con la testa fra le piante che digradano fino alla soglia del cancello in ferro, l’elmetto grigio del santuario e il verde raso che si getta nel lago incorniciato dai monti contrapposti. Magdalenne starebbe ore a contemplare la linea curva all’orizzonte, i confini fra terra, mare e cielo che richiamano l’equilibrio difficile tra vicinanza e lontananza, rispetto e amore, passione e correttezza.
- Sei stupida, non vedi che ti ama?
La voce di Shlomstione è un sussurro appena percettibile.
- Chi sei?
Agli alberi, il santuario, il prato, il mare, il cielo, si aggiunge un altra dimensione, che la donna non riesce a interpretare.
- Non importa chi sia. Che aspetti a farti avanti, a dichiararti? Non sai che basterebbe un gesto, un bacio, un abbraccio un po’ più stretto perché divenga tuo?
Il tempio è un copricapo da battaglia, pronto ad affrontare il nemico senza nome.
- Lo amo, è vero; ma è un uomo libero, non potrà fermarsi con nessuno.
Che rapporto c’è tra solido e liquido, tra l’umido delle zolle mattutine e la massa azzurra dell’acqua?
- Non capisci che ti aspetta? Non vedi come gli occhi sostano spesso sulle labbra, sull’incrocio dei seni?
Cosa divide la consistenza dei campi dall’onda morbida del lago?
- Mi accorgo che cerca in me qualcosa che non riesco a decifrare.
Qual è il segreto racchiuso in ciò che è duro e in ciò che è malleabile?
- Fatti avanti, prova a baciarlo all’improvviso.
Che senso si nasconde nel vuoto del cielo, nella leggerezza inconcepibile dell’aria?
- Perché mi dici questo? Ci ho pensato tanto, ma so che non è giusto.
Che messaggio lanciano le nuvole, con la loro apparente indifferenza?
- Chi decide cos’è giusto o meno? C’è qualcosa di male a darsi totalmente?
E i monti, in fondo, quale argine vogliono evocare?
- Ho paura di toccarlo, è come se rubassi qualcosa che è di tutti.
E il filo d’erba, come può accontentarsi di sparire nel giardino?
- Scema, convinciti che è tuo e solo tuo!
La cupola grigia termina sulla linea curva dell’orizzonte azzurro, solido e liquido si toccano, così lontani, così vicini, nello stesso istante.



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