Pubblicato da fabrizio centofanti su febbraio 18, 2012
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Cosa si prova? Lui ha allungato il braccio, ma non ha fatto in tempo. Ora sei tu, coi sogni che volano a un’altezza incalcolabile, quanti metri saranno? L’angelo sei tu, le ali che spingono verso il tuo passato, il giorno in cui eri innamorata, possibile? di un uomo più grande, in tutti i sensi, o almeno lo credevi, con lo sguardo di bambina persa, di pulcino bagnato, l’avevi trovato finalmente. Ti ha chiesto il permesso di baciarti: il permesso! Nessuno ci aveva mai pensato: qualcuno ti aveva spogliata con la forza, qualcun altro era andato al sodo dopo il primo bacio, uno, persino, ti aveva chiesto a bruciapelo: vuoi scopare? Brava gente, gli uomini. Lui no. Era un signore. Ti portò nel locale più bello della via più bella: lo conoscevi? Lo conoscevo? Fu allora che ridesti forte. E’ lì che ha cominciato a rabbuiarsi. Semplicemente, non dovevi farlo. Piangi, mentre voli nella città ingombra di gente che guarda verso l’alto, di pompieri che sembrano pastori del presepe. Chi sei? Una madonna senza figlio, inseguita da angeli dagli occhi scuri che tendono la mano: che cosa sta pensando? Forse, con te, ha fallito per la prima volta. Il permesso di baciarti! Era così strano, il presidente! Perché ha guardato te? Non ti sembrava vero. Peccato che la mamma non ti abbia raccontato favole, per addormentarti le volte in cui non bastava l’orsacchiotto. Piangi, felice, ora che hai scelto per la prima volta: che diranno, sui giornali? Una brava persona, lavorava nella scuola; ogni tanto riceveva visite da un uomo distinto; stavano un’ora, lui usciva rassettandosi il cappotto, il permesso di baciarti! Ti sentivi a disagio nel locale, dove i clienti si muovevano appena, gesti misurati, sempre uguali, solo tu eri stata così stupida da ridere e lui si era arrabbiato, l’uomo distinto, il presidente; forse fu allora che decise di stare un’ora sola, che differenza c’era, in fondo, con quello che ti aveva chiesto di scopare? Brava gente, davvero brava gente; per questo piangi e sei felice, perché non tolleri il mondo dei locali troppo fini, di perfette perfette, mentre tu volevi amare, ma non c’è posto per quelli a cui si chiede soltanto se vogliono scopare, chissà che pensa l’uomo dagli occhi neri e dolci, cosa sperava che capissi. Qual è l’ultima parola che gli hai sentito pronunciare? L’erba che cresce, come il volo di un gabbiano, come il vento che accarezza le tue lacrime, come i pastori con gli occhi fissi verso la madonna senza figlio che vola, vola, senza un grido, senza far rumore.