Anche quest’anno milioni di italiani destineranno l’8×1000 alla Chiesa cattolica, ovvero l’unica istituzione radicata sufficientemente sul territorio nazionale e internazionale da permettere che questo denaro sia investito in modo efficace nelle missioni internazionali di carità, nel sostegno economico ai sacerdoti e missionari e nella manutenzione strutturale delle chiese e dei vari Centri di aiuto alla popolazione.
Abbiamo risposto a tutte le pretestuose critiche contro l’8×1000 in questo articolo, che ritorna d’attualità ogni anno durante il periodo di dichiarazione dei redditi. La destinazione dell’8×1000 è una scelta volontaria, nessuno obbliga a firmare per lo Stato, per la Chiesa cattolica, per quella valdese, per quella luterana, per le comunità ebraiche, per i buddhisti ecc. Siamo di fronte ad una concorrenza leale ed equilibrata tra vari beneficiari e il meccanismo avvantaggia chi ottiene la maggiore quota di preferenze. La maggioranza di chi firma una destinazione sceglie oggi la Chiesa cattolica, ma potrebbe tranquillamente preferire lo Stato o la Chiesa valdese.
La Chiesa cattolica destina il denaro derivante dall’8×1000 verso tre canali diversi: “Esigenze di culto della popolazione“; “Interventi caritativi” e “Sostentamento del clero”. Alcuni accusano la Chiesa cattolica di non destinare tutto agli “interventi caritativi” come farebbero invece alcune chiese protestanti. Quest’accusa è errata: lo stipendio del missionario impegnato nel Terzo Mondo finisce sotto la voce “sostentamento del clero”, mentre il mantenimento delle mense dei poveri o delle case d’accoglienza finiscono sotto la voce “culto e pastorale”. Dunque l’investimento nella “carità”, non è tutto quello che appare sotto la diretta voce della rendicontazione. Per qualunque approfondimento invitiamo a visitare il sito web “Chiedilo a loro“ dove, grazie al web, è possibile mostrare in modo trasparente l’uso di questi soldi.
Anche quest’anno destineremo l’8×1000 alla Chiesa cattolica e invitiamo anche tutti i nostri lettori a farlo, credenti e non credenti. Facciamolo in nome della frustrante campagna anticlericale affidata quest’anno al solito Corrado Augias e al laicista radicale Massimo Teodori e al suo nuovo libro “Vaticano rapace” (che fantasia, vero?), smontato completamente e facilmente su Avvenire dall’ottimo Umberto Falena.