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82. Piaghe

Creato il 28 luglio 2011 da Fabry2010
82. Piaghe

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Vista da fuori, sembra un tempio greco, ma è un’altra cultura, un’altra civiltà. Eppure sì, pare un luogo di culto, di una fede assediata che tenta di difendersi, con la forza delle idee, della violenza e delle armi. Con il bastone della mia mano io batto un colpo sulle acque del Nilo: esse si muteranno in sangue; fede compressa e martire, che a sua volta comprime e martirizza; io colpirò tutto il territorio con le rane, esse ti entreranno in casa, nella camera dove dormi e sul tuo letto; pur di sopravvivere attacca, erige muri, abbatte case, uccide. Tutta la polvere del suolo si muterà in zanzare, in uomini in divisa e uomini col volto coperto da una benda; sciami imponenti di tafani entreranno nella casa del faraone, nella casa dei suoi ministri e in tutta la terra d’Egitto, teste di bambini sulla strada, soldati rapiti di cui non si ha notizia; la mano verrà sopra il bestiame che è nella campagna, sopra i cavalli, gli asini e i cammelli, sopra gli armenti e le greggi, con una peste gravissima, per questo scavalcheranno ancora, pur sapendo che da un istante all’altro la pallottola gli bucherà la pelle; la fuliggine di fornace produrrà ulcere pustolose, con eruzioni su uomini e bestie, urla, insulti, bandiere bruciate nelle piazze; ci sarà grandine, e fuoco, moriranno sotto una grandine mai vista da quando l’Egitto è una nazione; proveranno a resistere, come Dawidcon la pietra e con la fionda; le cavallette divoreranno il poco che è stato lasciato dalla grandine; non siamo terroristi, ma di chi è la terra, dimmi, di chi è la terra? Verranno tenebre così dense da potersi palpare; sì, un tempio con sacerdoti incravattati, che scrivono, ascoltano, dibattono; morirà ogni primogenito in terra d’Egitto, da quello del faraone fino a quello della schiava e del bestiame; si alzano, discutono, puntano il dito, con le voci accalorate, esplosioni di parole che diventano ordigno, lasciato da qualcuno sotto un banco, mentre saltano anche i deputati,  le braccia alzate, le parole interrotte, i gesti irrigiditi che diventano smorfia, espressione di terrore. E fu sera e fu mattina, sesto giorno. Una voce che corre, chi può essere stato? Un nome attraversa la sala invasa di fuliggine, zanzare, cavallette: Yehochoua, è stato Yehochoua con la sua banda.



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