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93. Qualcosa che non va

Creato il 08 marzo 2012 da Fabry2010

Pubblicato da fabrizio centofanti su marzo 8, 2012

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Cosa aspetti? Chissà se e quando lo potrai vedere. Non puoi restare qui tutta la vita. Non hai mangiato, sei stanca, senti ancora il dolore acuto sulla fronte: da un momento all’altro crollerai, anzi, sei già crollata.
- Ti ho trovata.
- Per poco mi ammazzavi.
- Lo sai che non sbaglio un colpo: se avessi voluto, l’avrei fatto.
- Hai rapinato altri negozi?
- E’il mio mestiere.
- Lo sai cos’è successo?
- Per questo sono qui.
- Cosa possiamo fare?
- Mi disse: ricordati della lealtà.
- Chi?
- Il prete del campo.
- Te ne sei ricordato?
- Ho fatto un sogno, dopo l’ultimo colpo: una donna dai capelli rossi bussava alla mia porta. Aveva una busta di giocattoli. Scoppiai a ridere. Lei mi guardò seria e disse: ce n’è uno per te. Era un video: in un pub c’era un uomo che scriveva, tutt’intorno gente che parlava a voce alta, beveva, ma lui era assorto; come poteva concentrarsi, in mezzo al caos? Mi avvicinai, cercavo di leggere la grafia minuta e tormentata. Decifrai un nome: Marius. M’incuriosii di più, perché ero io. Scriveva che, tornato dall’ultima rapina, contavo i soldi nel mio covo. C’era qualcosa di diverso, questa volta, mi sentivo strano. Era come se fossi prigioniero: impossibile aprire la porta, uscire nella strada. Mi sentii soffocare. Gettai i soldi per terra e cominciai a piangere: non l’avevo mai fatto in vita mia. Allora bussarono alla porta; pensai: mi hanno scoperto. Mi alzai come un automa: era il prete. Cosa ci fai, a Berlino, don? E lui: ricordati della lealtà. Scoppiai a piangere di nuovo. Che incubo mi perseguitava? Gli dissi: don, c’è qualcosa che non va; è come se avessi le mani legate sulla schiena. Lui mi guardò a lungo, poi rispose: c’è una parte di te che non è libera, la tua parte migliore. Che dici, don? Sei sempre misterioso. Hai fatto il passo più lungo della gamba, Marius: volevi tutto e subito, ma la vita è un’altra cosa. Torna in te stesso, pentiti di ciò che hai fatto, sconta la pena per i tuoi peccati. Don, lo sai che non credo nel peccato e nelle cose che racconti dall’altare. Puoi anche non crederci, ma lo dici tu che c’è qualcosa che non va. Vai alla prigione: c’è una parte di te che non vede l’ora d’incontrarti. In quel momento, il video si spense. La donna dai capelli rossi mi guardava: era stanca, sembrava che svenisse da un istante all’altro e così fu.
E’ il dolore alla fronte a risvegliarti. Davanti a te c’è un omone grosso e calvo. Ti prende la mano e dice: salve, sono Marius.


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