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96. gli scatti indesiderati

Creato il 13 aprile 2014 da Mavi
Una volta, al rientro dal viaggio di nozze, ci si organizzava per ospitare i parenti e gli amici più cari, ovviamente in più fasi, per inaugurare la nuova casa e per mostrare l'album fotografico del matrimonio. Quel mattone, solitamente rilegato in cuoio, conservato in una valigetta che ricorda un po' quelle che nei film si usano per trasportare mazzetti di banconote, racchiudeva il reportage di una giornata che ci era costata molto più del valore delle banconote che avrebbe potuto contenere! Iniziava così il giro degli inviti finalizzati alla presentazione del reportage. Quelle serate, per gli under 70, erano davvero noiose! Il meglio veniva dopo, quando appena fuori dalla porta, si cominciava ad ironizzare sulle pose pseudo sexy della sposa, sugli sguardi languidi dello sposo, sugli abiti e sulle acconciature degli invitati e su tutti gli eccessi che il sadico fotografo aveva immortalato. Nel tempo questa tradizione si è estesa anche alle vacanze, ad ogni rientro da un viaggio si era desiderosi di mostrare i luoghi visitati ed il nostro sorriso fiero, identico in ogni foto! In queste occasioni, però, ci si limitava ad ospitare i soliti "fortunatissimi", prescelti amici. Adesso che il concetto di amicizia è molto cambiato, che si punta alla quantità più che alla qualità dei rapporti, le nostre foto le pubblichiamo sui social e le mostriamo a tutti, senza aspettare che ci sia davvero qualcosa da celebrare, senza un motivo evidente, se non quello di voler comunicare con il maggior numero di persone possibile. Sentiamo l'esigenza di raccontare le nostre vite, attraverso le parole e spesso attraverso le immagini, per sentirci più vicini. E allora finiamo per fotografare di tutto, compresi noi stessi in mille pose, e poiché non sempre troviamo qualcuno disposto ad assecondarci, ci siamo inventati il selfie, che poi non è altro che l'evoluzione dell'autoscatto. Le foto sui social fanno sorridere, riflettere, a volte anche ridere, altre mettono tristezza. Non commento le foto dei bambini, perché sono sempre le più inutili ma anche le più belle. Quelle degli adulti però, quelle andrebbero un po' selezionate, non è che siamo tutti Brad Pitt e Angiolina Jolie, se proprio vogliamo far partecipi gli altri della nostra vita, o lo facciamo con semplicità, con ironia, o evitiamo. Le pose plastiche, gli abiti succinti su corpi in evidente sovrappeso, il nonno moribondo, la nonna sdentata, forse li dovremmo mostrare solo agli amici veri, quelli che per affetto ci perdonano tutto. E poi, ricordiamoci di chiedere sempre il permesso di pubblicare una foto ai soggetti che sono stati immortalati; non è carino pubblicare foto in cui i nostri amici sembrano parenti di Shrek e solo noi brilliamo come una stella. Quello che inoltre noto, è che si sta diffondendo sempre più l'abitudine di mostrare le foto delle pietanze, di quelle che siamo orgogliosi di aver cucinato o solo di aver mangiato. Ecco, in questi casi, apprezzo molto chi fornisce suggerimenti per una nuova ricetta, chi dimostra abilità nella creazione di torte-sculture, ma uno spaghetto al pomodoro, un hamburger, non è che proprio siano delle specialità, si potrebbe anche evitare di mostrarli a tutti, e poi un consiglio: quando fotografiamo i nostri piatti a tavola, accertiamoci che la tovaglia sia pulita. In ogni caso, io le fotografie le adoro! Ho fatto anche un concorso lo scorso anno sulla fotografia. Dalla foto si capisce molto più di quel che si comunica  con il commento che le accompagna. Io che amo osservare la gente, che passerei le ore in silenzio a guardare il mondo che mi gira attorno, ho una reflex che potrebbe raccontare meglio delle parole certe situazioni, e forse un giorno lo farò: pubblicherò un post di sole foto.  Per adesso faccio come tutti: mostro le mie foto, non sempre di buona qualità, per raccontare di me e per condividere le mie emozioni. Per tutto il resto ... c'è il blog.

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