Magazine Cucina
Ho promesso che avrei proseguito il racconto della mia avventura in terra canavesana, so' che qualcuno e' già in partenza con i bimbi alla volta del Castello di Masino, e che altri hanno trovato un Molino speciale proprio vicino a casa...ma ci sono altre realtà che mi sono restate nel cuore in questo angolino di Piemonte.
Le immagini da cartolina, belle da levare il fiato, che illuminano gli occhi ancora pieni di sonno, dalle finestre del B&B LA FINESTRA SUL LAGO di Candia Canavese.
La simpaticissima Serena "coccola" suoi ospiti con meravigliose colazioni a base di marmellate e torte fatte in casa, pane con lievito madre e frutta fresca.
Proprio nelle vicinanze la VIGNA DEL BELVEDERE a Loranze' Alta, un vigneto storico e legato a una singolare leggenda situato sulle colline alla destra dell'Anfiteatro Morenico di Ivrea tra i comuni di Colleretto Giacosa, Parella e Loranzè a pochi chilometri da Ivrea. La vigna appartenuta in passato alla Famiglia Giacosa e ora di proprietà della famiglia Tappero Merlo, e proprio Domenico Trappero Merlo in compagnia di Alessandro Comotto (azienda LA MASERA) hanno illustrato la preziosità della vigna che è stata censita tra i parchi e giardini storici della provincia di Torino e che il moderno impianto esclusivamente coltivato ad Erbaluce di Caluso, qui viene praticata una viticoltura totalmente naturale, senza il ricorso a prodotti sistemici, fertilizzanti, insetticidi, pesticidi e vengono alternati invece nei filari semine di varie essenze che hanno lo scopo di concimare il terreno apportando gli elementi nutritivi necessari senza alcuna forzatura e insetti benefici.
Ambasciatori del territorio Erbaluce e Carema dei produttori appartenenti al CONSORZIO DI TUTELA E VALORIZZAZIONE VINI DOCG CALUSO, CAREMA E CANAVESE DOC. L'Erbaluce di Caluso viene vinificato in tre diverse versioni: Erbaluce di Caluso DOCG Dal colore giallo paglierino carico, profumo spiccatamente floreale e fine. In bocca secco e fresco, conferma la finezza e la florealità con una buona persistenza. La sua struttura di personalità lo eleva tra i grandi bianchi piemontesi. Erbaluce di Caluso spumante Dal colore paglierino scarico con una leggera evanescente e fine perlage persistente, sentori erbacei e floreali asciutto fresco e fruttato in bocca con un leggero retrogusto di mandorla. Questo vino nn può essere commercializzato prima dei tre anni. La perla della produzione e' l'Erbaluce di Caluso Passito DOCG I grappoli dell'uva Erbaluce vengono sottoposti a un periodo di appassimento, differente per ogni produttore, per circa 5 mesi Il vino ha un colore che va dal giallo oro all'ambrato, limpidezza brillante, profumo elegante e vagamente etereo. Il suo gusto dolce, che richiama agli aromi di miele, confettura, frutta passita e candita; devono passare almeno 3 anni prima della commercializzazione, come previsto dal Disciplinare (4 anni per l'Erbaluce di Caluso Passito Riserva). Nella versione passita esce tutta la poliedricità di questo vitigno ed il suo valore assoluto. E' un vino con notevole capacità di invecchiamento: bottiglie di 30 o 40 anni sanno regalare emozioni uniche.
Altro vino prodotto nella zona e' il Carema Doc dal colore rosso tendente al granato con riflessi aranciati, profumo fine che ricorda la rosa appassita e lampone, sapore secco, caldo, morbido, vellutato, corposo ben persistente. La gradazione minima è di 12 gradi. Il Carema è ottenuto dal nebbiolo (min 85%) e prevede un affinamento minimo di 36 mesi di cui almeno 24 in legno. Nella versione riserva l'affinamento minimo è di 48 mesi di cui 30 in legno.
I vini sono stati accompagnati da alcuni golosi stuzzichini preparati dalla instancabile Serena e degnamente esaltati dalle preparazioni dello chef Marco Rossi del Ristorante LA MUGNAIA di Ivrea, Una piccola bomboniera del gusto dove lo chef esprime il proprio progetto di vita con elisa Campa: compagna, socia e brava sommelier; e di squadra: con Roberto Cardini e Marco Trapasso (cucina) e Valerio Sgualivato (Sala). Nei suoi piatti traspare il suo pensiero: "raccontare il cibo", l'idea che un cibo, più è sincero, più racconta qualcosa del mondo che abbiamo intorno, delle mani che lo hanno fatto nascere.. In un mondo i cui i cibi sono sempre più raccontati, fotografati, e meno goduti…lo chef ha cucinato il suo risotto proprio nel minuscolo casolare nella vigna:
Risotto Carnaroli alle erbe spontanee con erborinato d'alpeggio e olio affumicato al fieno maggengo.
Il giorno precedente proprio al Ristorante LA MUGNAIA ho avuto modo di assistere a un altro show Cooking e ovviamente assaggiare un altro dei suoi piatti:
Tometta fresca della Valchiusella, erbe, fiori, cialda alle noci e polvere di olio di noci. (piatto glutenfree)
Io in queste zone tornerò di certo, magari per passare una notte proprio nella vigna, il casolare infatti può essere affittato per la notte... Chissà non mi resta che mettere un annuncio:
A. A. A. PRINCIPE AZZURRO CERCASI...
Per restare ancora un poco nel mondo delle favole...
"La leggenda narra che, in un tempo lontano, le colline lasciate dai ghiacciai erano abitate dalle ninfe dei laghi, dei boschi e delle sorgenti. Alba era una di queste ninfe e un giorno, sulla riva del lago di Candia, incontrò il Sole. Si innamorarono, ma non potevano vedersi mai. A favore di questo amore intervenne la Luna che decise un giorno di non lasciare il Cielo, in modo che il Sole potesse raggiungere di nascosto la Terra ed incontrare l'amata Alba. Da quella eclisse nacque Albaluce, che aveva gli occhi color del cielo, pelle di rugiada e lunghi capelli splendenti come raggi di sole. La fama della sua bellezza spinse gli abitanti della zona ad offrirle doni e omaggi in giorni di festa, fino a quando i frutti del lago non furono più sufficienti, né ad offrire doni, né al sostentamento. Occorreva terra da coltivare e per questo si scavò un grande canale per far defluire le acque del lago. Ma le acque del lago tutto travolsero seminando morte. La ninfa Albaluce pianse per il dolore e dalle sue lacrime, pianto del Sole e dell'Alba, si alzarono lunghi tralci, ricchi di dolci, dorati grappoli di succosa uva bianca: l’Erbaluce..."
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