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A Cantù sbarca un all-star: Metta World Peace

Creato il 27 marzo 2015 da Basketcaffe @basketcaffe

Il Pianella è pieno di persone sugli spalti, l’entusiasmo è alle stelle. Ma il motivo non è una partita di Cantù ma bensì l’arrivo di Metta World Peace ex Ron Artest ora Panda’s Friend.
Il colpo di mercato in assoluto più risonante della stagione (se non delle ultime stagioni), sia a livello italiano che a livello europeo lo mette a segno Cantù, la quale porta in Europa per la prima volta nella sua carriera il trentacinqunne nativo di New York. Dopo quindici anni di NBA, un titolo con i Lakers, partecipazioni agli All-Star Game e l’esperienza cinese, Artest sbarca nel vecchio continente.

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— Pallacanestro Cantù (@PallCantu) March 26, 2015

Ancor prima che un’addizione importante per la squadra di coach Sacripanti, l’arrivo di Metta World Peace è un colpo mediatico per Cantù ma anche per il basket italiano: di certo ci voleva un evento del genere per tornare a far puntare i riflettori sul nostro campionato e aumentare l’attenzione dei media. La stessa presidentessa Anna Cremascoli afferma:

“Metta, dall’alto della sua importantissima carriera in Nba, porterà una ventata di entusiasmo in tutto il mondo del basket italiano e non solo in quello canturino. Sono anche convinta che con le sue qualità di grande giocatore ci darà una grossa mano nella conquista del traguardo dei playoff.”

Metta World Peace non nasconde come la scelta di venire a giocare in Europa sia stata una sua scelta, che in realtà coltivava da tempo, e come avesse già ricevuto richieste da squadre greche mentre era ancora ai Lakers (Olympiacos o Panathinaikos?).

L’Europa è sempre stata uno dei miei sogni da ragazzo. All’inizio di questa stagione avevo offerte per restare in NBA, ma ho scelto di fare un’esperienza in Cina. Tornato a casa, dopo due mesi con la famiglia, mi sono reso conto che il basket mi mancava e quindi ho chiesto al mio agente di aiutarmi a trovare una squadra in Europa. Ed eccomi a Cantù, in uno dei campionati migliori al mondo.”

Insomma la voglia di giocare non gli manca e Artest mette subito a tacere le voci che già circolano sul suo ruolo all’interno del roster canturino: come starà dal punto di vista fisico, se con lui gli equilibri della squadra verranno meno, se vorrà essere da subito il protagonista. A tutte queste domande risponde in maniera chiara:

Io sono sempre stato un giocatore di squadra e questo ho intenzione di essere anche qui, a Cantù. Ho 35 anni, ma non sono venuto per fare il pensionato, ho intenzione di giocare sino a 40 anni e questi due mesi mi serviranno per capire se potrò farlo nel campionato italiano.”

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— Basketcaffe.com (@Basketcaffe) March 26, 2015

Autore del colpo di mercato il ds canturino Daniele Della Fiori il quale spiega come abbiano colto al volo questa opportunità approfittando del fatto che per squadre di alto livello in Europa, a questo punto della stagione, fosse un colpo troppo “invasivo”, e come sia rimasto sorpreso fin da subito dall’atteggiamento di World Peace:

“Al primo contatto gli ho spiegato quanto fossimo lontani dal mondo NBA e cosa volevamo da lui. Ci ha ribadito di essere un team player, di giocare per la squadra e poi mi ha meravigliato con domande inusuali per un americano: ha voluto sapere la formula del campionato, la posizione in classifica, quante vittorie servono per andare ai playoff. Stranezze? Per ora nessuna. Tra l’altro ha giocato con Johnson-Odom che mi ha detto che in palestra è esemplare.”

Un Metta che quindi si vuole mettere alla prova, vuole confrontarsi con un altro tipo di basket e riconosce come siano stati sia Mike D’Antoni che Kobe Bryant a consigliargli l’Italia, di certo due sponsor d’eccezione. La soddisfazione e l’entusiasmo in casa Cantù sono ai massimi: ma, in realtà, si è fatto un solo passo (seppur grande), ovvero quello di aggiungere al roster un giocatore che possa aiutare la squadra a raggiungere i playoff. Se poi Artest sia l’uomo giusto è inutile chiederselo adesso: sarà il campo, come sempre, il giudice supremo a stabilirlo.

 

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