È molto importante, a chi devi dire grazie. Perché è qualcosa che ti può rendere orgogliosa o, al contrario, non farti molto onore.
In tante occasioni sono stata indecisa se pubblicare o non pubblicare pezzi, articoli, link, status, twitt, per non inimicarmi o pregiudicarmi l’aiuto di qualcuno che poteva darmi una mano nel faticoso lavoro con le parole. La spinosa arte della diplomazia non mi è mai appartenuta particolarmente, nonostante i consigli appassionati degli amici: “non bruciarti quel contatto, frena la tua linguaccia maledetta”.
Lo ammetto: per diverso tempo ho cercato di filtrarmi, di fare attenzione. Dopo un paio d’anni, mi sono resa conto che non mi è servito a niente, e ho rotto gli argini: felice e gaudente. Perché le persone a cui devo effettivamente dire grazie, quelle che hanno creduto in me e che mi hanno supportato, sono persone comuni: non sono politici, giornalisti illustri, o “insider” che avrebbero potuto facilitarmi l’ingresso in certe reti; che magari mi legano a loro con lacci scomodi, castrazioni ideologiche o che mi mettono la lingua in ceppi. No, niente di tutto questo.
Chi mi ha aiutato sono stati ragazzi che, quando li guardo, mi domando sempre: “ma chi glielo fa fare?”.
Parlo delle Donne In Circolo di Casalpusterlengo, che ieri sera hanno organizzato una bella serata con Legambiente e continuano a darsi da fare, ogni giorno, senza far mai mancare agli incontri una fetta di torta, un pasticcino o una tisana, perché la gente va trattata bene, e il mondo va affrontato con dolcezza.
Parlo dell’Associazione Scirocco di Codogno, sempre impegnata sul fronte cultura e diritti, con la strepitosa Tatiana Maselli che ha aperto da poco a Piacenza (in Piazza Sant’Antonino 6) un centro culturale e formativo dove corsi e laboratori si alternano per aggiungere qualità e colore alla nostra vita.
E poi parlo dell’Associazione Il Dardo, di Sant’Angelo, che ha voluto organizzare la prossima presentazione di “Giulietta prega senza nome”, in calendario per il prossimo 28 Gennaio.
Ragazzi che lottano contro l’indolenza della provincia (indolenza davvero senza fondo), che si danno da fare per regalare contenuti al nostro tempo libero e si industriano continuamente per creare una realtà migliore in cui vivere. Chi glielo faccia fare, ripeto, non lo capirò mai.
Ma il pensiero di dover dire grazie solo a persone che hanno la mia stima non è affatto cosa da poco. Conosco parecchia gente che non ha questa fortuna, e si ritrova regolarmente a curare le zone dolenti.
Forza ragazzi!