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A cosa serve la scuola pubblica italiana?

Creato il 27 marzo 2011 da Milemary

A cosa serve la scuola pubblica italiana?
Chi non ha mai sentito questa domanda?
Oggi è domenica, stavo tranquillamente sfogliando il giornale, fermamente convinta di non lavorare oggi, quando una notizia ha titillato la mia curiosità, ma andiamo per grado.Come ogni anno quasi, da più di 10 anni ormai, sono lettrice all'Istituto Tecnico Commerciale Vittorio Emanuele di Bergamo (ragioneria per intendersi). Il bello di questo ruolo è che non devo solo "parlare" il mio idioma, devo anche presentare Istituzioni e realtà economiche francesi paragonandole a quelle italiane. ATTENZIONE, non è vero che bisogna essere appassionati della materia per avere interesse nello studiarla, l'economia è la nostra realtà quotidiana; rinunciarci vuol dire rinunciare al nostro senso critico nei confronti di quello che ci circonda.Così dopo aver trascorso due ore a sfogliare testi e navigare su internet per avere dati aggiornati, la risposta alla domanda iniziale è sorta spontanea:serve agli insegnanti ;-)Sorrido, ma non sto scherzando. Dovendo presentare la realtà economica e istituzionali della mia terra madre, devo tenermi aggiornata non solo sulla realtà italiana ma anche su quella delle mie radici (primo pezzo della risposta).Inoltre per "insegnare" o meglio per trasmettere alcune informazioni, bisogna averle capite veramente, altrimenti i ragazzi c'impiegano 5 minuti a sbranarti (e non pensate che stia esagerando, qualsiasi lettore di un istituto tecnico vi dirà che la prima lezione è un gioco di forza, se non li seduci con la tua passione/preparazione, sei finito perché non hai "l'arma" del voto finale). Ed ecco il secondo pezzo della risposta: se vuoi chiedere ai tuoi alunni in che modo una celebre frase di Alessandro Magno - Dalle azioni del singolo dipende il destino di tutti - può essere pertinente se si pensa alle sorti dell'Europa, via il debito pubblico dei paesi membri, devi essere molto preparato!!! Ora vi chiederete qual è stata la notizia che ha scatenato questo post:"Portogallo, due mesi sull'orlo del crac: "non chiederemo aiuti [all'Europa] prima delle elezioni""Sembra una notizia che ci riguarda poco, ma a pensarci bene, visto che il Portogallo sta valutando - come lo ha già fatto la Grecia - di accettare invece l'aiuto Cinese (che contrariamente all'Europa non chiede rigore nei conti in cambio di 75 miliardi), il problema ci riguarda perché se i paesi membri diventano debitori della grandissima potenza emergente, cosa ne sarà dell'Unione il giorno in cui gli interessi nostri saranno divergenti da quelli cinesi? Un grande applauso alla Cina che sa che il suo nemico è l'Europa, perché se saremo uniti e se saremmo rigorosi (ma temo che questo sia un'utopia visto i fatti di questi ultimi mesi) saremo imbattibili. Abbiamo battuto il dollaro e, se non fossimo così dipendente energeticamente parlando, saremo una potenza (ricordo che anche per fare andare le centrali nucleari, dovremmo essere dipendenti dell'Africa (oltre che per il petrolio perché le macchine non vanno ad energia nucleare) perché ci serve l'uranio, quindi non solo non è una soluzione viabile a livello ecologico, ma non lo è neanche a livello economico soprattutto se si prende in considerazione i costi per lo smaltimento delle scorie e delle centrali (cosa che nessun paese fa perché costa troppo, risultato le centrali invecchiano e diventano pericolose). Certo qualcuno mi dirà, bene una volta che lo sai, cosa fai? io non sono nessuno è vero, ma se il grande Alessandro Magno mi dava il potere di influenzare il destino di tutti, forse qualcosa posso fare... cosa? come direbbe Fabrizio Moro: Pensa.
Pensa prima di sprecare energia, pensa prima di comprare prodotti provenienti da paesi in cui i diritti dei lavoratori sono inesistenti, pensa che la soluzione energetica sta nella diversificazione (solare e rifiuti di cui l'Italia non manca) e risparmio (macchine ibride, ecc), quindi pensa che puoi fare la differenza... TU! 

P.S.: sapete qual è la differenza tra il debito pubblico (pari a 118% del nostro PIL) e l'indebitamento netto (pari a 5% del nostro PIL)? dopo la lezione di mercoledì prossimo i miei alunni lo sapranno, quindi forse la scuola pubblica a qualcosa serve ;-)


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