Johann Heinrich Füssli, L'incubo, 1781: uno dei
primi 'segnali' romantici dell'importanza che il
sogno o comunque gli stati alternativi alla veglia
erano venuti ad assumere nel pensiero europeo...
C’è un passaggio, nella filosofia di
Cartesio, che
è veramente fondamentale per capire gli sviluppi del pensiero successivo, ed è
lo stesso passaggio che ha reso
Cartesio uno dei capostipiti del
pensiero
moderno: sto parlando del
dubbio iperbolico.
Iperbolico significa esagerato,
categorico, inverosimile nella sua estremizzazione concettuale. Ma che vuol
dire? Il ragionamento è famoso: quello che io percepisco, essendomi offerto dai
sensi, potrebbe benissimo essere solo
un’illusione. Come faccio a negarlo con
assoluta sicurezza? Io ricevo gli stimoli da alcuni oggetti esterni, è vero, ma
chi mi dice che le rappresentazioni che i miei sensi mi forniscono di questi
oggetti siano uguali agli oggetti stessi? E chi mi dice che quegli oggetti in
fondo esistano davvero, e che non siano semplicemente frutto di
un’
autoeccitazione dei sensi? Se ci fosse ad esempio un
genio maligno, una
specie di
diavoletto nel mondo esterno che si diverte a farmi credere ciò che
non è vero?
E se tutto fosse solo un’illusione? D’altra parte, nell’esperienza
del
sogno noi percepiamo delle cose e viviamo delle situazioni che lì per lì ci
sembrano vere, indiscutibili e sicure. Anche quando ci svegliamo, se il
sogno è stato molto dettagliato, stentiamo a credere che si trattasse ‘soltanto’
di un sogno! Chi mi assicura che non stia sognando ancora adesso, e che
l’intera esistenza non sia solo un sogno?
"A dream within e dream", come scriveva
Poe.
Un'allucinazione ipnopompica - ossia nell'imminenza del sogno -
registrata dallo psicologo cognitivista Roger Shepard: come si
vede la nostra mente è capace di visualizzare delle cose inesistenti
con la massima chiarezza descrittiva
Cartesio supererà questa dicotomia di
inganno/certezza attraverso la
prova dell’esistenza di Dio che, come ho accennato in un articolo precedente, sostituisce
definitivamente il diavoletto ingannatore con la presenza di un
Dio giusto,
moralmente ineccepibile che non si diverte proprio per nulla a fare certi
scherzi ai poveri mortali. La pretesa del sogno, però, di avere un qualche ruolo nella nostra
conoscenza da quel giorno si fece avanti, fino a sfociare qualche secolo dopo
nell’inquietudine del
Romanticismo e nel
Simbolismo, per non parlare del
Surrealismo che metteva al centro della sua speculazione il mondo onirico in
quanto tale. Il tutto senza dimenticare, ovviamente,
L’interpretazione dei
sogni di
Sigmund Freud (1899), che ha superato la visione univoca del sogno
‘irrazionale’ per aprirlo alle dinamiche dell’
inconscio e dargli quindi un
proprio status percettivo e interpretativo che fosse valido a tutti gli effetti. Il
visionario, il
cieco e il
pazzo assumevano un’importanza nella letteratura
europea che non avevano mai avuto prima, poiché appunto si attribuiva loro una diversità
di percezione delle cose del mondo che non corrispondeva necessariamente ad un
fraintendimento, quanto semmai ad una
nuova interpretazione, un
nuovo punto di
vista che possedeva una propria valenza gnoseologica e rappresentativa.
Le fantasie della nostra mente non esistono nella realtà! Peccato
che i bambini non lo sappiano...
Certi
stati allucinatori dovuti all’uso di sostanze
come l’
LSD, le
fantasie ad occhi aperti, gli stessi
racconti e
romanzi che
leggiamo e perciò immaginiamo appartengono allo status ufficiale di
non-realtà,
e sono quindi classificati come un prodotto della nostra mente. Ma, e qui sta
il bello, Cartesio afferma per la prima volta in maniera categorica nella
storia della filosofia quanto prima di lui era stato affermato all’interno di
un sistema di condizionamenti che limitava fortemente la portata di una tale
affermazione, e cioè che
anche ciò che comunemente consideriamo ‘realtà’ è anch’esso un frutto della nostra mente, ovvero è soltanto un’idea. Questo perché noi
non
vediamo le cose in se stesse, ma solo
l’immagine che ce ne facciamo,
quello che
noi percepiamo delle cose stesse. E non sono forse idee? Se chiudo gli occhi,
se blocco l’accesso delle cose ai sensi, queste cose per me scompaiono;
quando
morirò, il mondo cesserà di esistere, per quanto mi riguarda! Ecco perché i
bambini sono spesso terrorizzati dai loro sogni o dalle loro fantasie, che
molto spesso assumono aspetti a dir poco allucinatori: non hanno ancora introiettato
la convinzione che la realtà non si situa al livello delle percezioni, ma un
gradino più in là, fuori di noi, nella realtà. Così noi li consoliamo e li
facciamo ragionare, riconducendoli alla vita reale. Ma se avessero
ragione loro?
"All that we see or seem
Is but a dream within a dream
Tutto ciò che
vediamio, che sembriamo
È solo un sogno
dentro a un sogno"
Edgar Allan Poe