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A FALLUJA , IN IRAQ, SI CHIEDE AIUTO ANCORA AGLI AMERICANI. LA PAURA è IL NUOVO GOVERNO E L'IRAN

Creato il 30 agosto 2010 da Madyur
A FALLUJA , IN IRAQ, SI CHIEDE  AIUTO ANCORA AGLI AMERICANI. LA PAURA è IL NUOVO GOVERNO E L'IRAN
“Sono stati gli americani a distruggere il regime di Saddam Hussein , annientare il vecchio esercito baathista e la capacità di difesa del nostro paese. Per forza di cose devono essere loro adesso a garantire i nostri confini contro le mira iraniane e il terrorismo di Al Qaeda” dicono gli abitanti.
Loro che sono vittime chiedono aiuto ai loro “aguzzini”. E’ un segnale strano quello che viene dall’Iraq diviso , contraddittorio, sospeso a metà strada tra il vecchio e il nuovo. Da poco uscito dallo spettro della guerra civile , ma ancora spaventato , per nulla sicuro di farcela da solo.
Il viaggio a Falluja , il cuore sannita, è un tuffo nella storia recente del Paese. L’autostrada che collega alla Giordania era un tempo la principale via di collegamento con il mondo esterno. All’inizio del 2003 divenne terra di caccia per le bande criminali che depredavano le auto dirette al confine.
Ad autunno si poteva percorrere sono con scorta armata. Poi arrivarono clan legati ai vecchi baathisti e Al Qaeda ed era tabù per qualsiasi straniero. Ora la situazione è molto migliorata. Ogni 4 o 5 Km s’incontrano posti di blocco delle nuove forze di sicurezza irachene. A una ventina di Km da Baghdad il perimetro del carcere Abu Ghraib è pattugliato da autoblindo bianche e blu della polizia nazionale. Di americani nemmeno l’ombra.
Falluja è cintata da una rete di controlli che lasciano passare solo chi ha la carta d’identità locale o viaggia su auto con targa di Al Anbar. Il ponte dove furono appesi carbonizzati 4 contractors è stato interamente ripristinato ( era un ponte costruito dalle forze coloniali inglesi negli Anni Trenta).
La sicurezza sembra garantita. Molte abitazioni andate distrutte nel tempo sono state ricostruite e così anche le moschee dove si annidavano i cecchini di Al Qaeda. Negli ospedali affermano che l’uso da parte degli americani di proiettili ad uranio impoverito e bombe al fosforo causano il propagarsi di malformazioni nei feti e tumori a catena.
Il ritiro Usa occupa gli incubi di molti.
Nel 2006 al 2008 nacquero ,in questa città, i Sahwa ( I consigli del Risveglio o i Figli dell’Iraq) . Erano 100 mila militari sanniti , armati e pagati dagli americani. Questi uomini catturano qaedisti , soprattutto stranieri. Ma nel 2008 inizia il disimpegno degli americani. Da allora il governo di Maliki assume il controllo dei Consigli. Gli uomini vengono reclutati dalla polizia , con stipendi vicini ai 600 dollari mensili. Molti però non vengono rispettati dal governo di Maliki. Il governo sciita si sta sbarazzando dei sunniti. Senza capire che li consegna imbelli nelle braccia dell’Iran.
A Falluja lo scisma islamico si sente dal vivo. Due concezioni antietiche dei successori del Profeta , di professare la Fede , uno scontro insanabile sull’idea di umma ( la comunità dei fedeli) e di autorità.
Se a Najaf e Karbala , le città sante dell’Università sciita poco più di 100 Km a sud di Baghdad, i pellegrini iraniani sono visti come fratelli di fede. La paura più grande è che l’Iran voglia ricostruire l’antico impero persiano.
I comitati del risveglio facevano a pura a Maliki . Gli andava bene che combattessero Al Qaeda . MA non che diventassero forti . Temeva una milizia sannita alle porte della capitale. Così li ha decapitati. Ora l’esercito nazionale e la polizia tendono ad escludere i sunniti.
Conseguenza diretta dell’indebolimento dei Comitati è stato il ritorno alla minaccia di Al Qaeda. A luglio i morti per attentati a Falluja sono aumentati. Sono state trovate mine di fabbricazione iraniana. Si presume che 700 militanti di Al Qaeda dormiente possa intervenire ad un piccolo schiocco delle dita. Nelle ultime settimane hanno cominciato a sparare ai posti di blocco e a compiere assassini mirati con il silenziatore.
Di ritorno a Baghdad si vedono i postumi della guerra. Alcune cariche esplosive poste nei canali di scolo hanno causato gravi danni all’asfalto.

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