A Palazzo Madama la mostra fotografica “Women of vision”

Sono disponibili ancora pochi giorni per poter visitare la mostra “Women of vision”, a Palazzo Madama fino all’11 gennaio 2015, che raccoglie novantanove fotografie di undici grandi fotogiornaliste collaboratrici del National Geographic, rivista che nel 2014 ha compiuto 125 anni.
Il comunicato stampa della mostra è esauriente sulla sua tematica principale: -Alcune tra le più suggestive narrazioni prodotte negli ultimi dieci anni appartengono a una generazione di donne fotogiornaliste molto differenti tra loro, così come differenti sono i luoghi e i soggetti che hanno documentato. La mostra è un tributo allo spirito e all’ambizione di queste giornaliste che hanno creato occasioni di esperienza, conoscenza ed emozione attraverso l’uso sapiente dell’obiettivo fotografico.-
Le undici fotografe autrici della mostra sono Maggi Steber, Kitra Cahana, Beverly Joubert, Jodi Cobb, Stephane Sinclair, Erika Larsen, Lynsey Addario, Lynn Johnson, Carolyn Drake, Amy Toensing, Diane Cook, e lo slogan che le accompagna è: -Ci sono storie, a questo mondo, che possono raccontare solo le donne.- La mostra nasce da un’idea di Patrizia Asproni, presidente della Fondazione Torino Musei, e realizzata con la collaborazione del Gruppo Editoriale Espresso, che si occupa della pubblicazione di National Geographic in Italia.
Chris Johns, direttore editoriale di National Geographic, nell’introduzione al catalogo della mostra, ne parla così: -I contributi delle fotogiornaliste ai servizi pubblicati da NatGeo sono impressionanti per dimensione e profondità, ma soprattutto per l’umanità che li pervade. La fotocamera ha molto a che fare con la volontà di sapere. Le donne cui è dedicata questa mostra, che scattando fotografie hanno esplorato il mondo, sono animate da questa voglia di sapere, di vedere e far vedere.- E fanno vedere, documentano ognuna con il proprio background e la propria sensibilità, angoli di mondo diversi. Ogni foto a una latitudine diversa è uno spaccato di vite e Paesi diversi, multicolore.
Secondo Marco Cattaneo, il curatore della rassegna: -Sono gli uomini che vanno in giro per il mondo a raccontarlo, le donne generalmente stanno più vicino a casa. Questa mostra ribalta questa situazione. Chi l’ha fatta ha sicuramente faticato molto più dei colleghi, portando all’interno della società punti di vista nuovi e forti.-
Le storie raccontate dalle fotografie sono le più diverse. Passiamo dalle geishe e dal traffico di esseri umani con Jodi Cobb, alle spose bambine ribellatesi di Stephanie Sinclair, alle donne soldato, fotografie che vogliono mostrare aspetti della condizione femminile poco noti al grande pubblico, in luoghi del globo economicamente emarginati.

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