Tutti sanno che uno dei problemi principali delle discoteche all’aperto è legato all’eccessivo rumore che costituisce motivo di disturbo per molte persone. Ebbene, il problema potrebbe aver trovato una soluzione: una discoteca senza rumore. L’idea è nata nei locali olandesi ed è stata trapiantata in club e festival rock di mezza Europa: il Silent Party, un concerto silenzioso, una discoteca senza bassi. Quest’anno anche Palermo ha avuto il suo Silent Party, grazie a un evento organizzato dall’Associazione Muovi Palermo nell’ambito delle attività culturali natalizie del Comune, con un enorme successo.
Il Silence Christmas Day ha avuto luogo in piazza Bologni, che è stata trasformata così in un tempio del divertimento senza dimenticare il rispetto verso gli altri. “Si assiste al paradosso di trovarsi davanti un migliaio di persone che ballano seguendo i virtuosismi del dj set, ma in un ambiente silenzioso”, ha raccontato Davide Ruggieri, rappresentante di Muovi Palermo. Ogni cuffia ha un volume individuale e bassi regolabili, che ricevono il segnale radio ad ampio raggio e si sincronizzano su diversi canali di frequenza; così qualcuno balla musica elettronica, altri deep o house, e un quarto ballerà i revival anni Settanta o i classici del rock.
Si tratta quindi di un innovativo e originale evento musicale che riesce a conciliare movida e silenzio, divertimento e rispetto del riposo notturno, due elementi finora impossibili da tenere insieme. Piazza Bologni è stata trasformata in uno spazio a tutta musica, piena di ragazzi e ragazze armati di cuffie wi-fi con doppi canali, che permettono di ascoltare diverse tipologie di musica. I dj fanno partire i loro pezzi house, deep, rock, portando la folla a ballare in un apparente silenzio assoluto.
Lo spettacolo ha avuto uno straordinario successo in tutte le principali piazze del mondo, e nell’esclusiva siciliana per la prima volta ha rappresentato una soluzione concreta alle polemiche sul rumore e gli schiamazzi notturni nel centro della città palermitana e alla contesa tra amministrazione comunale, cittadini ed esercenti a causa della regolamentazione voluta dal Comune che imponeva limiti orari e acustici, poi annullata dal Tar.