Articolo originale del sito www.sportstory.it
Di Fabiola Rieti
In Italia l’essere tifoso è diventato uno status quasi da perseguire come fosse un reato, senza tuttavia raggiungere l’obiettivo di eliminare i veri violenti dagli stadi.
Il tifoso ama seguire la propria squadra e sostenerla durante le partite, il violento non c’entra nulla con il calcio e cerca solo ambienti dove accendere la miccia della brutalità per avere più eco.
Lorenzo Contucci e Giovanni Francesio con il libro “A porte chiuse” analizzano le normative che hanno portato gli ultras alla ghettizzazione e gli stadi ad essere dei luoghi disabitati. “Volevano cacciare i violenti dagli stadi. Hanno cacciato tutti tranne i violenti” Gli autori cercano di dare una data di nascita per sancire l’inizio delle restrizioni e raccontano l’impalcatura legislativa dimostrando l’inefficacia delle leggi attraverso i dati.
I numeri non mentono e testimoniano l’inefficacia e l’incongruenza delle misure attivate. Quello che emerge è un’incapacità di gestire il fenomeno della violenza nel tifo, perché non si conosce veramente il fenomeno ultrà. “Le istituzioni dimostrano di avere scarsissima conoscenza del fenomeno ultras e nessuna idea su come risolvere la questione” Contucci e Francesio, veri esperti della materia, esaminano le iniziative restrittive dal Daspo alla tessera del tifoso fino alla flagranza differita, definita una normativa degna del “paese degli ossimori”. Molti degli episodi descritti sono paradossali, ma danno la misura di come non ci sia una conoscenza della materia da parte di chi ha proposto e accettato certe iniziative legislative.
I racconti al limite dell’assurdo, purtroppo non sono delle eccezioni, solo per citare alcuni episodi dal Daspo per scambio di persona, ai fatti di Roma-Napoli dove la disorganizzazione è la vera protagonista, passando per il divieto di trasferta per una partita di hockey nei giorni di Italia-Serbia che invece non aveva limitazioni. “Si vuole sfruttare il mondo del calcio trasformandolo in qualcosa di completamente diverso. Un qualcosa dove il tifoso non sarà più centrale ed essenziale.
I tifosi dovranno trasformarsi in clienti” Il libro spiega un tema complesso in modo semplice permettendo a tutti di toccare con mano i disastri di una serie di leggi realizzate senza contestualizzare il problema e senza il supporto di un team di esperti della materia. E’ un testo che dovrebbero leggere tutti: i tifosi per riscoprire le proprie radici, gli opinionisti prevenuti per i quali vale l’equazione “tifoso uguale violento” per spogliarsi dei propri tabù, ma soprattutto chi ci governa per capire che non basta rubare qualche idea dall’estero per renderla efficace. “Senza i tifosi qualunque sport, e il calcio più degli altri, muore. E il calcio italiano infatti sta morendo”
Sperling & Kupfer 200 pagine | 16,50 euro