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A proposito delle cosiddette «famiglie» omosessuali…

Creato il 12 ottobre 2011 da Iljester

A proposito delle cosiddette «famiglie» omosessuali…Raramente Il Jester pubblica interamente contenuti altrui. Non è la regola, perché questo è un blog personale, e come tutti i blog personali esprime solamente il parere dell’autore. Ma, sfogliando le varie pagine di Facebook, ho scoperto questo interessante articolo riportato dalla pagina Dico quello che penso, e mi ha colpito notevolmente la verità insita nei ragionamenti che appresso leggerete sul mondo delle cosiddette «famiglie» omosessuali, viste in questo caso da un noto psicanalista, il professor Claudio Risè.
Al fine di rendere il post leggibile, secondo lo stile di Il Jester, l’ho leggermente riadattato, sperando di avervi fatto cosa gradita.

Lo psicanalista Claudio Risè, sociologo e già docente di Psicologia dell’Educazione all’Università di Milano ed esperto del campo educativo, ha preso posizione sulla moda odierna di dare ai bambini due padri, due madri o qualche nonna-madre.
Tutti presi verso una sorta di utopica uguaglianza, «l’essere umano non viene più considerato come una persona con un suo corpo, ma solo come un oggetto prefabbricato. Qui si sta organizzando la produzione di bambini come adorabili oggetti di consumo», dice l’esperto.
Sulla scia di sponsor del calibro di Elton John o Ricky Martin, anche in Italia sarebbero un centinaio le coppie omosessuali che ricorrono all’estero (da noi è vietata) per avere la maternità «surrogata»: in pratica nell’utero di una donatrice che offre a pagamento il proprio utero viene inserito un embrione formato dall’ovocita di una donatrice e il seme di uno dei due padri. Tutti pensano a soddisfare i propri desideri-diritti, peccato che, secondo il professore, «in assenza del genitore del proprio sesso, sarà molto difficile per quel bambino sviluppare la propria identità psicologica corrispondente. La psiche maschile e quella femminile sono molto diverse e l’identità complessiva si forma anche a partire dalla propria identità sessuale. Nel caso di maternità surrogata, lo sviluppo psicologico, affettivo, cognitivo di una bimba con due genitori di sesso maschile sarebbe in forte difficoltà: avrebbe problemi nel riconoscersi nel proprio sesso. Lo stesso accade al piccolo maschio».
Nessun padre, nonostante la buona fede, può dunque svolgere il ruolo della madre. Spiega lo psicanalista: «La vita umana è inscritta in due ordini: il dato naturale, biologico, e quello simbolico che il bambino ha iscritto nella propria psiche, conscia e inconscia. Entrambi presiedono allo sviluppo, alla manifestazione di una capacità progettuale, alla crescita di un’affettività equilibrata. Il padre è un individuo di genere maschile che ha scritto nel suo patrimonio genetico, antropologico, affettivo e simbolico la storia del proprio genere. Proprio perché è un maschio e non è una donna, non può avere né il sapere naturale profondo, né quello simbolico materno. I due codici simbolici, paterno e materno, sono molto diversi: la madre è colei che soddisfa i bisogni, il padre è colui che dà luogo al movimento e propone il limite: indica la direzione e stabilisce dove non si può andare».
Il professore cita diversi studi, sopratutto in area anglosassone e nordeuropea dove da tempo esistono coppie omosessuali con figli, i quali dimostrano che la mancanza di genitori di sesso diverso è fonte di problemi (un piccolo esempio in Ultimissima, 27/5/11), il più evidente dei quali – quando i genitori sono di sesso opposto – è la formazione dell’immagine sessuale profonda. Anche perché «l’esperienza del contatto fisico con la madre, nella cui pancia si è stati, è riconosciuta dalla psichiatria e dalle psiconalisi come fondativa della personalità e della stessa corporeità».
Se questo è vero, il problema più profondo della modernità è il materialismo «fondato sulla soddisfazione narcisistica dei bisogni indotti dal sistema di consumo. Il bimbo “fabbricato” è uno di questi nuovi bisogni» [...].

Che dire? Un articolo che esprime con chiarezza l’idea che se la natura li ha creati maschi e femmine, che diritto ha l’uomo di stravolgere questa legge naturale? Il vero è che troppo spesso, nella nostra società moderna e caotica, si pensa soltanto a soddisfare il proprio diritto egoistico, e non importa se poi questo preteso diritto si ripercuote negativamente su chi non ha il potere di scegliere. In questo caso il bambino che viene al mondo, sempre più considerato un oggetto del desiderio e persino di consumo, più che un essere umano con una propria identità e delle proprie esigenze. Soprattutto del sacrosanto diritto di avere un padre e una madre.


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