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A sentire Bersani, la sinistra dei miracoli vincerebbe a Milano e metterebbe un bagno chimico per ogni clandestino

Creato il 04 aprile 2011 da Iljester

A sentire Bersani, la sinistra dei miracoli vincerebbe a Milano e metterebbe un bagno chimico per ogni clandestinoUna commedia. L’Italia è una commedia. Ormai ne sono certo. Viviamo nel paese di «Ridolini», dove abbiamo una maggioranza rottamata e unita con grappette e scotch, e una minoranza di sinistra, pure messa peggio, sorretta da una cultura politica profondamente intollerante nei confronti della destra. E poi abbiamo gli opportunisti, il terzo polo, quelli che oggi stanno con una parte politica, domani stanno con l’altra, e domani ancora non stanno né con l’una e né con l’altra. Una commedia infinita che però sta logorando gli italiani. Ancor di più poi ci logora la boriosità di chi ritiene di avere la bacchetta magica per risolvere i nostri problemi, quando in passato è stato causa di quei problemi.
Prendiamo Bersani e il suo j’accuse sul Lampedusa e gli immigrati clandestini. A sentirlo parlare, parrebbe che il PD abbia le mani miracolose: quello che tocca viene risolto (infelice la battuta sui bagni chimici: Berlusconi non è capace di andare oltre due o tre bagni chimici; problema facilmente risolvibile in ogni festa popolare). Peccato che l’economista filosofo abbia la memoria corta e si dimentichi di dire che le politiche del PD sono sempre state orientate ad accogliere tutti e tutto, perché per la sinistra l’immigrato è prima di tutto una potenziale fonte di consenso e di voti (del resto a che serve l’idea del voto alle amministrative?), e poi è un essere umano. Anzi – con Prodi di cui Bersani era ministro dell’economia – l’Italia aveva sottoscritto un bell’accordo con la Francia secondo il quale la Francia poteva rifiutare l’ingresso degli immigrati che provenivano dall’Italia. E certamente non è sufficiente un «permesso transitorio», come suggerisce Bersani, per impedire a Sarkozy di fermare i tunisini a Ventimiglia. Sarebbe troppo facile, e al Ministero degli Interni non sono dei grulli.
Poi mi chiedo: che cosa vorrebbero risolvere loro, se il Partito Democratico rappresenta il campione dell’inefficienza statalista? Il principe del politicismo senza sostanza? L’incapacità genetica di fare politica per la gente, ma solo sulla pelle della gente? Me lo chiedo, e mi rispondo che semmai è il PD a non avere una cultura politica, perché come partito non esiste: è solo il vecchio PCI camuffato che tenta in tutti i modi di arrivare nella stanza dei bottoni. Non certo però per fare la rivoluzione socialista, né quella liberale. A quelle non ci credo neanche se me le facessero vedere. Quanto per una convinzione di predestinazione: noi siamo stati investiti dalla storia per governare l’Italia. L’Italia ci appartiene, e chiunque entri a Palazzo Chigi che non sia uno dei nostri o da noi sia sostenuto, è un abusivo. Berlusconi, per esempio, è un abusivo, anche se incassa cento milioni di voti.
Che il PD di Bersani poi creda davvero di essere il «migliore», il partito con la soluzione in mano, è dato dal fatto che può permettersi di non sostenere una riforma della giustizia che incide sul vero problema dell’inefficienza giudiziaria: la politicizzazione delle toghe e la loro irresponsabilità civile. È del resto, è di questi giorni la notizia secondo la quale Alfano intende presentare – in aderenza alle direttive europee – una legge che responsabilizzi le toghe. Ebbene, il PD si è messo contro. E secondo voi, un partito che difende una casta e non il diritto dei cittadini ad avere una giustizia equa e veloce, è degno di essere votato, sostenuto e mandato al governo? Credo proprio di no.
Ma non è finita qui. Ora pensano pure di vincere a Milano. Ridicola la battuta di Bersani: «Siccome c’è da vincere, si vincerà con più gusto. È da un po’ che lo dico che si vince a Milano: l’ho detto dal primo momento e lo confermo. E aggiungo che vinceremo con più gusto». Certo, ma io credo che perderanno con ancor più gusto. Perché Milano è una città tosta e Letizia Moratti è riuscita a esprimere una giunta tutto sommato capace di governare con polso ed efficienza. Requisiti che certamente non appartengono al PD, vista pure la figuraccia rimediata alle primarie e la trombatura del candidato forte del partito, che non era certo Pisapia.
Insomma, come dicevo all’inizio, l’Italia è una commedia. Ce ne sarebbe da dire anche sul PDL, il partito fantasma. Quello che non esiste se non nelle dichiarazioni di Berlusconi. Ma per adesso stendiamo un velo pietoso…


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