TRENTO. L’«Università del mattone» non fa paura agli agenti immobiliari. Nessun effetto - concorrenza da parte di un soggetto, come l’ateneo, che non è certo un addetto ai lavori ma che negli ultimi anni è diventato, di fatto, un grande protagonista del mercato immobiliare, costruendo nuove facoltà, biblioteche, centri di ricerca e studentati. I posti letto già distribuiti dall’Opera universitaria agli studenti sono 1.580, ma il presidente Fulvio Zuelli conta di aggiungerne altri mille nel giro di 4-5 anni.
Questo però non significa una torta più piccola per chi fa per lavoro il procacciatore di affitti, afferma Severino Rigotti (NELLA FOTO) agente immobiliare presidente della Fimaa Confcommercio. Anzi, gli agenti immobiliari vedono costantemente aumentare il loro bacino di utenza, grazie alla crescita costante delle matricole universitarie. Che pagano, mediamene, 200 euro per un posto letto in una stanza condivisa e 300 in una singola.
Insomma, c’è posto per tutti. Non però, per chi chiede soldi in nero, fenomeno che, stando a Rigotti, è pressoché sconosciuto nella nostra città.
Rigotti, che influenza ha sul mercato l’«Università immobiliarista»? L’effetto della costruzione di uno studentato come quello di San Bartolomeo è stato calmieratore degli affitti?
Come valori siamo rimasti stabili. Va detta una cosa: con la difficoltà di trovare casa, tanti sono costretti ad andare in affitto. C'è poi un continuo arrivo di nuovi studenti derivato dalla crescita dell'Università. Inoltre va tenuto presente che i posti dell'Opera vanno a studenti che hanno delle priorità. Considerando tutti questi aspetti direi che anche il valore degli immobili non è affatto calato.
Ci sono centinaia di studenti a caccia di posti letto, ma è l’ateneo a procurarglieli. La considerate una forma di concorrenza sleale?
No, questo no. E' un'indicazione quella che viene data dall'Università. Non è che sia una immobiliarista e possa spaventare noi agenti immobiliari. Anche quando hanno costruito a San Bartolomeo non ne abbiamo risentito. Per di più tanti studenti non accettano gli alloggi dell’Opera: preferiscono stare per conto loro, anche per essere concentrati sullo studio.
Tra gli studenti è ancora diffusa la tendenza a dividere gli appartamenti fra più persone? Questo non rischia di farli diventare «polli da spennare» per chi ha un appartamento sfitto?
La tendenza c'è ancora, ma gli studenti comunque non vanno allo sbaraglio. Assumono informazioni dall'Università e non sono disposti a pagare affitti esosi.
Quanto si paga mediamente a persona?
Normalmente 200 euro a posto letto, in due o tre persone in un mini appartamento, di più in uno grande. Dipende dalla metratura. Questo se si divide la stanza.
Si sente parlare anche di 3-400 euro al mese...
Quello capita, evidentemente, se gli affittuari accettano. Se vogliono la stanza singola si pagano 300 euro, un appartamento da soli anche 500.
Il nero è un fenomeno ancora esistente?
No, direi che qui da noi non esiste. Con l'avvento della cedolare secca non conviene a nessuno. Tutto ciò premesso che noi ci rifiutiamo categoricamente di trattarli. E poi adesso c'è da aver paura. Chi affitta in nero, se denunciato, paga tre volte tanto la rendita catastale: può 120 euro invece di 500.
La crisi ha colpito anche gli affitti per gli studenti o la legge della domanda ha sempre il sopravvento?
La richiesta di affitti ci è sempre stata anzi ultimamente si è incrementata perché l'Università sta convogliando verso Trento sempre più studenti.tratto da trantinocorrieredellealpi.it 20 aprile 2012