Tarantino, nel suo ultimo film "Django", avrebbe potuto - con tutta tranquillità - risparmiarsi gli ultimi dieci minuti (il quale film sarebbe comunque stato annoverato tra i film "belli", quotati dalla critica e non di certo tra quelli sbrigativi o tirati via).
In questi dieci minuti finali, Django, uscendo dalla casa in fiamme, nell'ordine, compie alcune azioni così elencabili: - indossa un paio di occhialetti rotondi alla Snoop Doggy Dog - sorride spavaldo - fa' un po' il grosso (evabbè, come dargli torto, con quella mira assurda che si ritrova) - si fa ammirare da una Brumilda fresca fresca di salvataggio che applaude e sorride con gli occhi lucidi, come se fosse ad un concerto dei Backstreet Boys - e infine, esegue una specie di marcetta, una specie di passettino di danza.
Insomma, uno sfigatissimo balletto con il suo cavallo.
Django, eri già stato abbastanza figo, veloce e preciso, un perfetto cacciatore di taglie, arguto, muscoloso e sensibile, alla fine.
Per dire. Avremmo fatto anche senza vederti eseguire il balletto a cavallo.
Ecco.
Quei dieci minuti finali hanno rovinato un pochino il film.
A mio personalissimo avviso.
Ma tant'è. Tu sei Quentin.
Quindi Amen.
(I finali giusti li hai sempre decisi tu).