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Aboliamo l'esenzione ICI per la chiesa

Creato il 27 agosto 2011 da Demian


Si è tenuta il 25 agosto a Roma, nella sede del Partito Radicale, in via di Torre Argentina, la conferenza stampa (video) sulle esenzioni ICI, le riduzioni IRES ed il meccanismo dell'8 per mille alla Chiesa Cattolica organizzato da Radicali Italiani. Emma Bonino, Mario Staderini e Michele De Lucia ne hanno discusso ribadendo che “la questione deve essere ben impostata e presentata”, rassicurando il segretario del Partito Democratico Bersani che “non abbiamo intenzione di tassare le mense caritative e gli oratori”.

Un tema, quello dei privilegi alla Chiesa, fin'ora sottovalutato e poco affrontato dall'informazione, ma che ha visto oltre centomila cittadini sottoscrivere una pagina Facebook con alcune delle proposte storiche radicali.

Mario Staderini, Segretario di Radicali Italiani, ha ripercorso la storia delle esenzioni ICI ricordando la legge 504/1992 che all'art. 7 prevedeva le esenzioni per le sole attività di culto degli enti ecclesiastici. Nel 2004 la Sentenza n. 4645 della Corte di Cassazione, andando a risolvere un contenzioso di nove anni prima tra il Comune de L'Aquila e l'istituto delle Suore Zelatrici del sacro Cuore, interpretò l'esenzione dell'ICI solo per gli immobili dove si svolgono esclusivamente attività di religione e culto. Il Governo Berlusconi nel 2005, per disinnescare la sentenza, inserisce nel decreto 163/2005 un'interpretazione autentica della legge sull'ICI che cancella gli effetti della Sentenza della Cassazione. La norma viene dichiarata incostituzionale a causa dell'esenzione solo per le attività commerciali degli enti ecclesiastici e viene quindi sostituita con un'esenzione più ampia.

Il decreto Visco-Bersani 223/2006 andò a modificare la legge del Governo Berlusconi rendendo ancora più eludibile la normativa intendendo l'esenzione alle “attività che non abbiano esclusivamente natura commerciale” - gli unici contrari furono i radicali della Rosa nel Pugno.

L'ANCI stima in 400mln di Euro all'anno il minor gettito ICI delle attività commerciali degli enti ecclesiastici. Per questo i Radicali presenteranno un emendamento alla manovra per non dare più spazio ai dubbi interpretativi ma per mantenere comunque esenti dall'ICI le attività dirette all'esercizio del culto, alla formazione dei religiosi, a scopi missionari, alla catechesi, alle attività di assistenza, beneficenza e culturali.

Emma Bonino, Vicepresidente del Senato, parlando di 8permille ha presentato l'OdG alla manovra dei Radicali ed ha denunciato la nulla trasparenza della Commissione per la Revisione dell'Otto per mille interna alla Presidenza del Consiglio. Una Commissione paritaria Italia-Vaticano che sembra coperta da “segreto di Stato”. Emma Bonino chiede “cos'ha fatto in vent'anni questa commissione? Perché non ha proposto la riduzione dell'8 per mille nonostante i fondi siano aumentati da 210mln di euro nel 1990 ad 1 miliardo nel 2002? Dove sono le valutazioni che deve fare ogni tre anni? Perché non le pubblica? I Radicali con Maurizio Turco hanno chiesto accessi agli atti che sono sempre stati negati per la presenza nella Commissione di uno Stato estero: il Vaticano”.

Il problema dell'8permille risiede nel fatto che il contribuente non è libero di scegliere la destinazione dei propri soldi. Il 60% non firma per dare i propri fondi alla Conferenza Episcopale Italiana ma comunque, dato il meccanismo esistente, questi vengono a loro versati.

Michele De Lucia, Tesoriere di Radicali Italiani, ha denunciato la riduzione IRES per gli enti ecclesiastici nata dall'articolo 29 del Concordato (stipulato con Mussolini) che introduce “il principio dell'equiparazione ai fini tributari degli enti ecclesiastici agli enti di beneficenza", e dunque ai relativi privilegi fiscali. La natura di un ente del genere secondo la legge è immanentemente non commerciale anche se poi nella realtà non è così ogni qualvolta si entra in un hotel della Chiesa. E' giusto che il fisco favorisca la beneficenza, ma il problema è proprio questo: in Italia abbiamo la riduzione dell'IRES e degli altri privilegi a priori, come presunzione legale ed indipendentemente dal fatto di fare realmente beneficenza o meno”. De Lucia continua con delle domande: “Ricordate la storia di Propaganda fide, la casa di Bertolaso, il palazzo di Lunardi? Propaganda Fide usufruiva o no della riduzione IRES su quelle case? E siamo sicuri che tutti i conventi trasformati in case per ferie siano in regola?”.

Il Vaticano e la CEI sono liberissimi di fare gli imprenditori e pure la speculazione immobiliare, ma rispettino la concorrenza e non usufruiscano di privilegi fiscali.

tratto dalla pagina web: http://www.radicali.it/primopiano/20110824/abolire-privilegi-fiscali-enti-ecclesiastici-vaticano-emendamento-radicali-manovra


ma ricordo anche quanto detto
da Piergiorgio ODIFREDDI sul libro Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)

La cifra annua percepita dal Vaticano tramite l'otto per mille è di circa un miliardo di euro e soltanto il 20% di questa somma è destinato ad interventi caritativi. Ad essa andrebbe poi aggiunta una cifra dello stesso ordine di grandezza fornita dallo Stato (senza contare contributi riconosciuti da Enti locali: Comuni, Regioni e Province). Aggiungendo poi una buona parte del miliardo e mezzo di finanziamenti pubblici alla sanità, molta della quale è gestita da istituzioni cattoliche, secondo i calcoli di Odifreddi si arriva ad una cifra complessiva di circa tre miliardi di euro. Considerando ancora le mancate entrate allo Stato, dovute alle esenzioni fiscali della Chiesa, la cifra sale a circa nove miliardi di euro annui. Aggiungendovi i costi del Vaticano e gli incentivi alle scuole cattoliche la cifra salirebbe a undici miliardi di euro, ma, considerando che senza ospedali e scuole cattoliche lo Stato dovrebbe supplire con risorse proprie, il costo della Chiesa è stimato da Odifreddi intorno ai nove miliardi di euro: questa cifra complessiva equivale a circa il 45 per cento della Finanziaria 2006, che è stata di 20 miliardi

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