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Aborto: spontaneo o volontario

Creato il 14 giugno 2012 da Federina
Quando si parla di aborto si fa riferimento a un'interruzione prematura della gravidanza dovuta a cause naturali (si parla in questo caso di aborto spontaneo) o provocata in maniera artificiale (si parla in questo caso di interruzione volontaria della gravidanza). In Italia l'interruzione della gravidanza implica che il feto nell'utero all'atto dell'estrazione dal corpo della madre pesi meno di 500 grammi, o non sia più alto di 25 centimetri, o non abbia raggiunto la ventiduesima settimana di gestazione. L'aborto provocato può avvenire per via chimica o chirurgica. Lo svuotamento strumentale rappresenta la metodologia più diffusa, e presuppone l'anestesia parziale. L'intervento, che dura non più di cinque minuti, prevede che l'utero venga svuotato mediante l'aspirazione strumentale del feto. L'isterosuzione viene usata solo per le prime otto settimane di gestazione, e consiste nell'aspirazione dell'endometrio mediante una cannula che viene inserita nell'utero, senza che la cervice sia dilatata. Tra l'ottava e la dodicesima settimana di gestazione, invece, si ricorre alla cosiddetta D & R, vale a dire la dilatazione e la revisione della cavità dell'utero. Durante questo procedimento, eseguito in anestesia totale o parziale, si dilata la cervice e si introduce una cannula da suzione per evacuare il feto. La dilatazione della cervice avviene con strumenti meccanici calibrati o con prodotti osmotici (per esempio alghe marine fatte essiccare). Infine, dalla dodicesima settimana di gravidanza in poi, si ricorre alla D & S, vale a dire alla dilatazione del canale cervicale seguita dallo svuotamento, con aspirazione della placenta e del liquido amniotico. Occorre sottolineare, comunque, che dopo la dodicesima settimana la legge italiana impedisce l'interruzione volontaria della gravidanza.

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