A volte quando le lezioni sono finite, qualche insegnante rimane per correggere compiti, mettere a posto le verifiche, fare le medie, fare le relazioni o semplicemente a preparare le lezioni.
Nella sala professori si chiacchiera, ci si confronta e spesso si mangia una torta.
Poi, si preparano e si organizzano già i progetti per l’anno prossimo.
Ad esempio a Milano a novembre c’è Bookcity, una manifestazione di tre giorni che vuole promuovere in città editori, letture e incontri, e uno di questi giorni è dedicato alle scuole con tanti progetti per tutte le età.
E si sa! qui in Lombardia, bisogna prenotarsi per tempo se si vuole partecipare!
Così mentre si lavorava in sala professori dall’ufficio della vice preside, si ascoltava discutere dei vari progetti: questo sul razzismo è bello, e questo sul book trailer e quest’altro un quadro una storia? E a ogni titolo noi insegnanti muovevamo la testa in segno di approvazione, commentando libri, inventando progetti su progetti che forse non avremmo mai realizzato. Nel bel mezzo di questo brainstorming creativo, ci stoppiamo un attimo nel sentire: e quest’altro che accosta libri e musica classica? Accendi un Libro!
La mia collega preferita, quella d’inglese, quella che porta le torte che poi mangiamo in sala professori, solleva lo sguardo dubbiosa: “Mmmh, Accendi un libro è un progetto pericoloso.”
“Perchè?” dico io
“Prevedo uno scenario bradburiano. Potremmo ritrovarci i libri “accesi” in cortile.”
Rido, ridiamo, ma poi smettiamo consapevoli che in fondo potrebbe non essere una battuta.