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Acluni piccole integrazioni agli articoli sulla "Nuova cronologia"

Creato il 19 febbraio 2014 da Corradopenna

Voglio qui brevemente mostrare alcuni dati a conferma di quanto scritto negli articoli precedenti sulla falsità della cronologia ufficiale, (l'articolo introduttivo e l'articolo sui metodi della nuova cronologia).
Innanzi tutto chi volesse prendere visione del libro di Isaac Newton (il celebre fisico e matematico inglese) in cui egli rimette in discussione la cronolocia ufficiale può trovarlo al seguente link:http://books.google.it/books?id=wxhXAAAAcAAJ&printsec=frontcover&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false

Di tale libro e della passione per la cronologia tratta anche un articolo recente del quotidiano "Il sole 24 ore. http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2014-01-21/la-sapienza-antica-newton-160809.shtml?uuid=ABHn1Dr


In tale articolo leggiamo che
erano davvero in pochissimi a sospettare che Newton avesse dedicato un tempo incomparabilmente maggiore all'esegesi biblica, all'alchimia e alla cronologia universale che non a tutte le altre discipline da noi oggi considerate, in senso proprio, scientifiche. Ma nel 1728, la pubblicazione postuma della sua Chronology of Ancient Kingdoms Amended (La cronologia degli antichi regni emendata) avrebbe fornito ai contemporanei un primo saggio di questi interessi, e scatenato subito un grande dibattito. 
Nell'articolo viene specificato che Newton proponeva di contrarre "la storia greca di cinquecento anni e quella egizia di un millennio", in maniera non dissimile da Fomenko e dai suoi collaboratori (nonché da Morozov) che analizzando le antiche cronache hanno ritrovato fin troppi doppioni di dinastie e di vari avvenimenti che sono serviti a stiracchiare la reale durata delle antiche epoche storiche.
Lo scopo di Newton pare che fosse quello di
ripristinare nientemeno l'originaria e vera religione, per capire come e perché si fosse corrotta. E in questo contesto risultava fondamentale spiegare le discrepanze tra la cronologia degli storici pagani e quella dell'Antico Testamento, l'unica che Newton considerasse attendibile.
Newton infatti riteneva che il testo biblico fosse stato alterato, manipolato, e considerava il dogma trinitario un'invenzione posteriore della Chiesa, non supportata dalle scritture. Egli si occupò anche del lbiro dell'Apocalisse, dedicando ad esso un intero trattato. Su tale libro Per il vedasi il link seguentehttp://www.libreriauniversitaria.it/trattato-sull-apocalisse-testo-originale/libro/9788833908502

Non facciamo ingannare dal fatto che Newton abbia lavorato alla sua revisione cronologica mosso da un intento religioso, anche Keplero in fin dei conti arrivò alla scoperta delle orbite ellittiche dei pianeti mosso da alcune sue idee di ordine metafisico (vedi appendice al presente articolo), ma seppe ricredersi e correggersi quando le sue prime intuizioni si rivelarono false. Qui stiamo parlando di un matematico e fisico di prim'ordine, abituato ad una grande precisione, e che ha speso una grande mole di tempo nel suo lavoro di revisione cronologica.

Segnalo infine il libro "La rivoluzione dimenticata" dell'ottimo Lucio Russo (bravo davvero, ma un alquanto restio ad abbandonare certi schemi preconcetti imposti dalla storiografia ufficiale.  http://books.google.it/books?id=7UuRYGI0pdQC&printsec=frontcover&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false
In tale libro viene mostrato come tante scoperte di epoca più moderna si trovassero già in nuce nell'opera di matematici, naturalisti ed altri scienziati dell'epoca ellenistica. Si tratterebbe quindi non tanto di scoperte ex novo, ma di prosecuzione o di ri-scoperta degli studi antichi. Eppure dovrebbe sembrare un poco strano che scienza cultura e tecnologia abbiano una stasi di quasi mille anni per ripartire all'imporvviso. Invasioni, guerre, persino la distruzione della biblioteca di Alessandria possono giustificare una qualche stasi, ma è pur vero che i popoli invasori, nella storia a noi nota (pensiamo ad esempio a quanto avvenne in Mesopotamia ed Egitto) incorporano le innovazioni e le scoperte tecnologiche dei popoli che conquistano e lasciano a loro in eredità le proprie.

L'enorme mole di prove raccolte da Lucio Russo nel suo libro potrebbe essere spiegata più semplicemente dalle ipotesi della Nuova Cronologia, secondo le quali quasi mille anni di storia antica siano il risultato di una colossale opera di mistificazione?

Ne riparleremo in un prossimo articolo.




Piccola appendice su Keplero


Il percorso di ricerca di Keplero è stato orientato dall’idea platonico-pitagorica che la struttura del cosmo sia perfetta, laddove egli vedeva la perfezione nella finitezza (l’essere un oggetto infinito non rientra nella perfezione, in questa visione, perché si ritiene la finitezza una sorta di autosufficienza) nella regolarità, simmetria ed armonia. 
In una prima opera costruisce un modello di cosmo orientando la ricerca ai rapporti “belli”; egli si chiedeva infatti in base a quale rapporto si strutturassero le orbite dei pianeti attorno al Sole. E il tentativo di trovare un qualcosa di regolare e “bello” si vede in una prima cosmologia in cui disegna il cosmo sulla base di poliedri regolari e di circonferenze inscritte in essi: un poligono con una circonferenza inscritta (l’orbita di un pianeta), un altro poligono inscritto in tale circonferenza con al suo interno un’altra circonferenza inscritta (altra orbita di pianeta) e così via.
Ma un tale modello non corrispondeva ai dati in suo possesso (che aveva ereditato da Thyco Brahe) e allora pensa (influenza dell’ermetismo che vede il sole come fonte di vita e del platonismo, che vede i pianeti o i corpi celesti come viventi) che nel sole risieda una fonte di vita e di movimento cui dà il nome di “Anima motrix” con cui cerca di spiegare (appunto considerando l’aumento della velocità al perielio ecc..) i percorsi dei pianeti. È lì che comincia a calcolare una specie di area, un insieme di radiazioni dell’anima motrix che fa muovere il pianeta più velocemente al perielio ecc... 
Non tornandogli più i conti con le circonferenze prova con le altre coniche fino a quando non scopre che le ellissi fanno al caso suo. Il bello è che per trovare una giustificazione alla schiacciatura del cerchio che porta all’ellisse si inventa certe attrazioni e repulsioni che variano la figura del cerchio, ossia cerca prima di trovare un’ipotesi di ordine superiore, ipotesi contaminata da presupposti filosofici e astratti, e poi vede se per caso è compatibile coi dati raccolti. 
Stiamo attenti a non fare l’errore di crederci migliori e superiori a Keplero con la nostra scienza moderna: un certo modo di operare sopravvive ancora ai giorni nostri, e la ricerca di un modello che unifichi le quattro forze (elettromagnetica gravitazionale, nucleare debole e nucleare forte) deriva forse più dalla voglia di trovare un modello teorico “armonioso” e “unitario” che da qualche altra necessità oggettiva.

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